Giuseppe Conte (foto: depositphotos)

DI CLAUDIA ZANELLA

Gli italiani pensano che la colpa della crisi di governo sia di Giuseppe Conte. Emerge da un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend - che ha svolto mille interviste tra il 22 e 23 luglio su un campione rappresentativo della popolazione italiana. Mentre, secondo la ricerca, le figure che godono ancora maggiormente di fiducia sono il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Il giudizio di chi ha partecipato al sondaggio è netto su chi ha la colpa della caduta del governo. Son ben il 41,1% degli intervistati a definire il leader del Movimento 5 stelle il responsabile di quanto avvenuto. Mentre per quanto riguarda le elezioni anticipate, scende la parcentuale che lo riguarda, anche se resta in testa. Il 29% lo addita come responsabile del ritorno alle urne, seguito da Draghi (17,2%) e dal leader della Lega, Matteo Salvini (11,1%).

Il giudizio sul lavoro del governo Draghi è positivo per il 57,5% degli italiani. E il 50,7% ritiene che il premier abbia fatto bene a dimettersi quando è venuta meno la maggioranza di unità nazionale. Il 49,7% però pensa che le elezioni anticipate siano un evento negativo per l’Italia.

Tra le figure in cui le persone ripongono ancor maggiormente fiducia, in testa ci sono Mattarella (64%) e Draghi (54%). Seguono: Giorgia Meloni (38,7) , Silvio Berlusconi (34,3%), Giuseppe Conte (30,7%), Matteo Salvini (30,4%), Enrico Letta (25%), Luigi Di Maio (22%) e Matteo Renzi (15,5%). Interessante anche il dato inverso: quanto gli italiani hanno poca o nessuna fiducia negli stessi leader politici. Renzi è in testa alla top 10 della sfiducia con il 78,6%. Seguono Di Maio (71,5%), Salvini (64,8%), Conte (62,7%), Letta (60,5%), Berlusconi (59,1%) e Meloni (55,3%). Mattarella e Draghi restano sotto al 40%.

Per quanto riguarda le intenzioni di voto, il partito di Giorgia Meloni è quello che raggiunge cifre più alte: Fratelli d'Italia si attesta al 23,8%, segue il Pd al 22,5%. La Lega registra solo un 13,4% mentre il M5s scende sotto il 10% (9,8%). Forza Italia ottiene l’8,3%, Azione con +Europa il 4,9%, Sinistra italiana/Europa Verde raggiunge il 4,2%, Insieme per il Futuro (Luigi Di Maio) il 2,6%. Infine, ItalExit è al 2%, Italia Viva all’1,8% e Articolo 1 – MDP all’1,6%.

Mentre per quanto riguarda le coalizioni, le intenzioni di voto indicano il centrodestra stabilmente attorno al 45%. Per quanto riguarda il centrosinistra l'indagine analizza diversi scenari. Una coalizione del Pd con il M5s non sembrerebbe essere gradita dagli elettori dei singoli partiti. La maggioranza degli elettori del M5s vorrebbe che il partito si presentasse da solo (56,6%). Secondo il 50,4% degli elettori del Pd intervistati, i dem dovrebbero allearsi con il centro. L’alleanza col M5S è comunque l’opzione meno gradita (12,4%), meglio andare da soli (25,4%).

Secondo le intenzioni di voto, la coalizione Pd-centro, potrebbe valere un 36,3%. In quel caso il Pd potrebbe raggiungere il 21,5%. In uno scenario in cui, invece, il Pd si alleasse con i Verdi e i partiti di sinistra, i dem arriverebbero al 21,2% e la coalizione arriverebbe al 27,2%. Secondo una terza ipotesi in cui M5s e Pd si alleassero, la coalizione arriverebbe al 34% (con i dem al 16,3%) e quella di centrodestra toccherebbe il 48,1%.

E Giorgia Meloni esce trionfante da questa ricerca. Fra gli elettori di Centrodestra, l’86% ritiene che la leader di Fratelli d'Italia possa essere un buon presidente del Consiglio. Tra gli elettori di Forza Italia e Lega, il 70,4 per cento si fidano di lei.

Nell’ipotesi di assenza di una maggioranza post voto, per gli italiani dovrebbe diventare presidente del Consiglio il leader del primo partito (23,8%), una figura sostenuta da una larga maggioranza di unità nazionale (17,9%), il leader del partito più votato all'interno della coalizione più votata (17,6%). Per il 17% bisognerebbe tornare a votare.