di James Hansen
È probabile—per quanto pochi vorranno ammettere—che la scomposta reazione dei paesi membri dell’Ue all’invasione russa dell’Ucraina abbia almeno per ora posto una pietra tombale sulle ambizioni militari dell’Unione. Il problema non è mai stato tanto quello della ‘mera’ potenza marziale, quanto la palesata impossibilità dei vertici diBruxelles a raggiungere decisioni strategiche unitarie su come impiegarla.
Il sogno Ue di ‘contare’ dal punto di vista militare è antico. Già all’inizio degli anni ‘70 del secolo scorso girava tra i corrispondenti stranieri a Bruxelles una ‘chiacchiera’ sulla scoperta nelle cantine del palazzo Berlaymont—la sede della Commissione Europea—di batterie missilistiche contraeree tenute prudentemente da parte dall’allora capo della sicurezza dell’organizzazione, un ufficiale militare belga in congedo che sarebbe stato poi prudentemente rimosso dall’incarico…
Quello che è certo è che il sogno di gloria militare Ue è stato negli anni alimentato perlopiù dai francesi, agendo con il sostegno tutto sommato tiepido dei tedeschi. Il limitato entusiasmo tedesco per il progetto è dipeso probabilmente dal fatto che la Germania non è più una primaria potenza militare e pertanto avrebbe contato relativamente poco nella prospettata “Grande Armée Européenne”.
Per forza d’abitudine storica c’è la tendenza a presumere che i tedeschi ‘contino qualcosa’ in fatto di guerre. L'Establishment militare del Paese è invece sostanzialmente più piccolo e più debole di quello italiano.
Per prudenza politica—e forse memore di ‘come andò l’ultima volta’—l’Italia evita di riconoscersi una potenza militare di prim’ordine, almeno su scala europea. Oltre all’esercito più numeroso dell’Ue, il Belpaese ha anche la marina militare più grande. Il Global Firepower Index, un registro relativo alla potenza militare dei paesi del mondo, pone l’Italia al secondo posto nell’Unione dopo la Francia—che si piazza davanti solo perché possiede un “deterrente nucleare indipendente”.
Viene da chiedersi, vista la manifesta incapacità di gestire la forza militare ‘europea’ che si vorrebbe creare, perché le strutture centrali dell’Unione ci tengano così tanto ad avere il proprio esercito. Forse la colpa è di Henry Kissinger e della sua famosa battuta secondo cui, nel caso dovesse telefonare all’Unione Europea, non saprebbe chi farsi passare all'altro capo… Per dire, l’Ue ha il problema di non riuscire farsi prendere sul serio—e i paesi ‘seri’ hanno potenti eserciti…