Dunque, siamo arrivati all’inaugurazione della nuova sede della cancelleria consolare di Montevideo. Certo, il colpo d’occhio è bello e la sala d’attesa è molto più ampia di quella presente nella vecchia struttura. Ma oltre a quello, non cambia pressoché nulla. Anche perché non ci troviamo come all’interno di un ufficio postale o di una banca dove, essendoci la fila, magari la gente preferisce sedersi comodamente. No, perché in cancelleria si entra previo appuntamento. Inoltre, non c’è stato un aumento di personale che, per carità, adesso lavora in un posto sicuramente più carino. Ma la domanda d’obbligo a questo punto è la seguente: valeva davvero la pena spendere più di un milione e mezzo di dollari per questa che sarà una cattedrale nel deserto? Vedendo il lato mezzo pieno (ma bisogna avere molta fantasia) possiamo dire che almeno hanno guadagnato qualcosa gli operai che hanno lavorato alla sua costruzione, nonché, ovviamente, chi ha avuto l’appalto dell’edificazione. Vedendo il bicchiere completamente vuoto, siamo sicuri che le persone avrebbero preferito magari lo stesso investimento in materiale umano. In pratica, con l’assunzione di più personale, con l’obiettivo di dare un’accelerata alle tantissime pratiche rimaste inevase. Inoltre, come avevamo ampiamente anticipato in tempi non sospetti, i costi per questa costruzione sono man mano lievitati, così da arrivare alla cifra di cui sopra. E chissà che tale somma non aumenterà ulteriormente. Un lavoro, diciamolo pure, per la Corte dei Conti che, crediamo, dovrebbe mettersi in moto per capire se tutto è stato fatto in maniera regolare. Intanto direttore generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina Luigi Maria Vignali, ha presenziato all’inaugurazione della nuova cancelleria: da lui ci si aspettava di più, per esempio sapere quante persone in più sarebbero state assunte per velocizzare l’iter burocratico. A domanda, ha detto che il personale “arriverà”. Sì, ma quando? E di che numero stiamo parlando? Niente, su questo è come se si celasse un segreto. Ma la sensazione è che non ci sia nessun segreto. Il grande obiettivo era quello di edificare e poi vedere il da farsi. Sarebbe stato bellissimo vedere questa Cancelleria Consolare con al lavoro nuovo personale, invece l’inaugurazione è stata l’ennesima occasione per i politici di turno di dire ‘quanto siamo bravi’. Per noi, invece, si tratta di un’occasione persa per tutti. A partire dalla collettività, che alla fine ha pagato i lavori… per stare seduti più comodamente e niente altro. Un nuovo smacco per l’Uruguay, dalla Farnesina ci si attende molto di più, tipo risolvere i tanti problemi esistenti tra il BelPaese e gli italiani all’estero, piuttosto che erigere cattedrali nel deserto.
CARO DIRETTORE. Un’occasione persa, per tutti
di Stefano Ghionni