La guerra in Ucraina è entrata, ieri, nel suo 158 esimo giorno. Dopo la pioggia di missili russi abbattutasi su Mykolaiv domenica scorsa, anche la scorsa notte la città è stata colpita da nuovi bombardamenti: secondo le prime notizie le esplosioni avrebbero provocato almeno due morti. Razzi sono piombati un po' su tutta la regione del Donetsk dove ad essere stati presi di mira dai soldati russi, oltre a Mykolaiv, sono stati anche gli insediamenti di Avdiivka (centrata 11 volte), Soledar, Bakhmut, Siversk, Krasnohorivka, Marinka, Niu York, Pivnichne, Yahidne, Predtechyne, Kurdiumivka, Ptyche, Karlivka, Heorhiivka e Lastochkyne.
Intanto, ieri i media turchi hanno annunciato che il primo carico di grano è partito da Odessa. La nave Razoni, salpata alle 7,30, è diretta al porto di Tripoli in Libano. È attesa per il 2 agosto a Istanbul da dove proseguirà il suo viaggio verso la sua destinazione dopo le ispezioni che saranno effettuate nel paese della Mezzaluna. A bordo ci sono 26mila tonnellate di mais. Sul fronte bellico, secondo l'ultimo rapporto dell'intelligence britannica "la Russia sta probabilmente riassegnando un numero significativo delle sue forze dal settore settentrionale del Donbass all'Ucraina meridionale".
Negli ultimi quattro giorni, la Russia ha continuato a tentare assalti tattici sull'asse Bakhmut, a nord-est di Donetsk, riuscendo a fare solo dei progressi lenti" hanno spiegato gli “007” del Regno Unito. Da qui il dubbio degli esperti britannici che Mosca stia probabilmente riaggiustando la sua offensiva nel Donbass “dopo non essere riuscita a compiere un decisivo passo avanti in base al piano che aveva seguito dallo scorso mese di aprile".
Nel frattempo, nota di cronaca: ieri è tornato a parlare Vladimir Putin. Secondo il presidente russo: "Non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare e non dovrebbe mai essere scatenata" in Ucraina. "Sosteniamo una sicurezza uguale e indivisibile per tutti i membri della comunità mondiale. La Russia segue coerentemente la lettera e lo spirito del Trattato di non proliferazione di armi nucleari", ha quindi aggiunto il capo del Cremlino. "Anche i nostri obblighi derivanti dagli accordi bilaterali con gli Stati Uniti sulla riduzione e limitazione delle armi rilevanti sono stati pienamente rispettati", ha concluso il leader russo.