ROMA – "Esiste una correlazione tra stagione, caldo e comportamenti aggressivi? È una domanda sulla base della quale sono stati condotti moltissimi studi, non convalidati. Quello che sappiamo e che sicuramente l'aumento del calore è dell'esposizione alla luce aumenta i comportamenti aggressivi, in generale". A spiegarlo è Claudio Mencacci, direttore emerito del dipartimento di Neuroscienze e Salute mentale dell'Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano, raggiunto dalla Dire per una riflessione sui tanti eventi violenti che si stanno verificando in diverse città italiane in concomitanza con il grande caldo.
"Gli esseri umani sono in totale sincronia con gli eventi naturali e astronomici- ribadisce Mencacci- tutte le nostre variabili biologiche sono legate a essi, quindi alla luce, al buio, alle variazioni di umidità, di temperatura, di pressione atmosferica. Questa premessa ci aiuta a capire che a seconda della stagionalità abbiamo una maggiore o minore attivazione dei sistemi ormonali e di neurotrasmissione nervosa e cerebrale".
La correlazione tra caldo e aumento dell'aggressività e della violenza ha però anche, sottolinea lo psichiatra, motivazioni di carattere sociale. "Col caldo e il maggior numero di ore di luce, vediamo un aumento dei contatti sociali, un maggior consumo di alcol (che, insieme alle sostanze stupefacenti, è il più potente stimolatore di aggressività), una riduzione del numero di ore di sonno e un'alterazione dei ritmi sonno-veglia (anche a causa delle difficoltà di termoregolazione)".
"Sappiamo-aggiunge il presidente della Società italiana di Neuropsicofarmacologia- che più il sonno è disturbato, più l'irritabilità, il discontrollo degli impulsi e la concentrazione peggiorano. Il caldo- ricorda infine- cambia anche il metabolismo, alterando quindi l'efficacia dei trattamenti farmacologici".
Sulla relazione tra caldo e aumento dell'aggressività, interviene anche Enrico Zanalda, direttore del dipartimento di Salute mentale Asl Torino 3, co-presidente della Società italiana di psichiatria e presidente della Società italiana di psichiatria forense. "Il caldo- spiega – ha influenza su tutti. Quando è così potente e poco tollerabile, si diventa tutti più irascibili, irritabili, indipendentemente se si abbia o meno una diagnosi di qualche disturbo mentale".
Puntando lo sguardo in particolare sulle persone con disturbi mentali, lo psichiatra tiene a chiarire che "il caldo non peggiora i disturbi o le patologie mentali, ma determina una maggiore suscettibilità cerebrale per cui, ad esempio, può esserci una crisi epilettica. Bisogna invece tenere conto del fatto che le persone con disturbi mentali gravi hanno meno capacità ad adattarsi a situazioni di difficoltà, patendole quindi di più. Nel caso del caldo, ad esempio, sono meno capaci di bere adeguatamente, di dotarsi di aria condizionata ed evitare situazioni a rischio", conclude.