Crisi energetica, salari, ambiente, giovani. I problemi principali degli italiani? Sono questi quattro. Un poker di priorità emerso dall’ultimo sondaggio.
Lo ha curato Quorum/YouTrend, un qualificato Istituto di ricerca diretto da Lorenzo Pregliasco, analista politico tra i più ascoltati, docente alla Scuola privata Holden di Torino. Tra i fondatori: l’editore Carlo Feltrinelli ,lo scrittore Alessandro Baricco, Oscar Farinetti, l’inventore di Eataly, la nota catena di vendita di generi alimentari (oltre 200 milioni di fatturato).
La crisi energetica preoccupa più di tutte e di tutto. Percentuale alta: 64,9%. Si tratta di cittadini e imprese pronti risparmiare sia sull’energia che sull’acqua. In particolare le imprese, accertato il ritardo nello sviluppo di fonti energetiche alternative e rinnovabili – il che significa aumento dei costi di produzione e conseguente perdita di competitività – spingono per migliorare l’efficienza energetica, non solo a livello europeo ma nazionale. E indicano cosa fare.
LE SOLUZIONI POSSIBILI ALLA CRISI - Il 75% delle imprese prevede e teme che il prezzo della energia aumenterà ancora. Lo ha rivelato una recente ricerca delle Camere di commercio di cinque Paesi : Italia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo. La preoccupazione è alle stelle. Che fare? Le imprese hanno suggerito delle soluzioni possibili e urgenti. Eccole.
1) Rimodulare le catene di forniture energetiche
2) Investire nelle energie rinnovabili (solare, eolica, geotermica, da biomasse , idroelettrica, marina). Sono le energie del futuro. Non si esauriscono e non inquinano.
3) Aumentare l’efficienza energetica
4) Acquistare elettricità verde, cioè energia da fonti rinnovabili
5) Adottare misure a livello europeo contro il “carbon leakage” (letteralmente “dispersione del carbonio”). Cioè contrastare quei Paesi furbetti che per abbattere le emissioni di gas serra nei propri confini, le trasferiscono in una regione con politiche climatiche meno rigide. La Cina, per esempio.
I TEMI CHE DOVREBBERO AFFRONTARE I POLITICI - Pochi dubbi: salari e inflazione in testa. Lo suggerisce il 73%. Stessa percentuale (72,6%) per il futuro dei giovani. A ruota l’aumento delle bollette (69,7%) e l’ambiente (60,4%).Temi importanti, vitali, che i politici non trattano a sufficienza per 54,4% degli intervistati. Parlano per lo più di seggi, alleanze, ammucchiate “tecniche” (?), potere, zombie, resa dei conti, tradimenti, patti più o meno chiari (ma quando mai?), poltrone, strapuntini (se proprio proprio…..). Scusate, e i programmi?