Di Matteo Forciniti
Quando si parla di neorealismo spesso ci viene in mente il cinema con quei famosissimi film che hanno conquistato il mondo. Altrettanto importante però è il neorealismo letterario, un movimento sviluppatosi negli anni quaranta in Italia che ci ha lasciato libri indimenticabili: è partito da questo periodo storico il ciclo di incontri sulla letteratura italiana “L’Italia tra le due guerre. Uno sguardo attraverso la letteratura neorealista e contemporanea” organizzato dal Circolo Trentino di Montevideo con Anna Sonetti che ha visto il suo primo incontro virtuale via Zoom venerdì sera.
“Questa è un’iniziativa importante che si inserisce all’interno delle attività che portiamo avanti da tempo per diffondere la lingua e la cultura italiana con l’obiettivo di coinvolgere in particolare le nuove generazioni” ha dichiarato il presidente dell’associazione Gabriel Murara nel suo messaggio di saluto iniziale.
Come ha spiegato la professoressa Anna Sonetti, “il neorealismo letterario si caratterizza per uno sguardo antropologico sulla società durante un periodo molto intenso con una descrizione che avviene in modo estremamente reale”. È tra il 1944 e il 1945, nel contesto del dramma della guerra, che inizia a diffondersi questo movimento nato dalla rivista “Il Politecnico” di Milano: “In questo contesto confluiscono autori di ideologie e scelte artistiche diverse tra loro. C’è però una caratteristica che li accomuna ed è dettata dalle ragioni morali all’insegna dell’antifascismo. Si tratta, più che altro, di un dovere morale non tanto come impegno politico bensì come necessità di raccontare la popolazione dopo una catastrofe che ha coinvolto tutti senza alcuna distinzione”.
Tra le altre caratteristiche comuni agli scrittori, la professoressa ha segnalato “l’interesse per la letteratura americana” e “il forte attaccamento al luogo che si sta raccontando con una narrazione incentrata sui dialoghi e l’azione e con l’utilizzo dei dialetti regionali che conferiscono un aspetto ancora più realistico”. Nelle opere letterarie l’impegno morale all’insegna dell’antifascismo “viene accompagnato dalla distinzione tra buoni e cattivi, la netta separazione tra bene e male che si evince tra i personaggi”.
Nel corso della prima conferenza sono stati analizzati tre romanzi a cominciare da “Cronache di poveri amanti” dello scrittore fiorentino Vasco Pratolini: il libro è ambientato a Firenze, in via del Corno, tra il 1925 e il 1926 dove la descrizione della vita di una comunità si intreccia alle vicende politiche dell’Italia dell’epoca caratterizzate dalla violenza fascista.
Il secondo autore studiato è stato Elio Vittorini con il suo “Conversazione in Sicilia” che racconta la storia di un intellettuale che torna, dopo tanti anni vissuti al Nord, nella terra natale (in Sicilia) dove apprezza quell’autenticità che altrove invece si è persa. Ed è proprio a partire da questo lungo viaggio che il protagonista incontra una serie di personaggi che lo colpiscono.
La conferenza della professoressa Sonetti si è chiusa con “Una questione privata” di Beppe Fenoglio. L’opera racconta una storia d’amore in Piemonte tra due uomini rivali che si lega sullo sfondo alla guerra partigiana del periodo finale della seconda guerra mondiale.
Il prossimo incontro organizzato dai trentini si terrà venerdì 12 agosto alle ore 19.00 dal titolo “Brutalità e conseguenze della guerra nell’opera di Moravia, Pasolini e Sciascia”.