Di Matteo Forciniti
Far riemergere il patrimonio italiano della città attraverso un concorso fotografico che racconti le impronte lasciate dagli immigrati. Questa l'idea della Società Italiana di Carmelo che presenta l'iniziativa nell'ambito dei festeggiamenti per il 150esimo anniversario che la rendono una delle associazioni più antiche dell'Uruguay.
Come spiega il presidente Miguel Bombaci, in passato erano stati già organizzati altri concorsi simili con una proposta che adesso ritorna con una motivazione ancora più forte: "Questa è la quinta volta che organizziamo un'iniziativa del genere che però avevamo dovuto sospendere negli ultimi tempi a causa della pandemia. Adesso riprendiamo il concorso fotografico con un motivo speciale dato che siamo in procinto di festeggiare il nostro 150esimo anniversario. Durante le celebrazioni che si svolgeranno il 3 settembre presso la nostra sede verrà esposto il materiale fotografico vincitore e faremo la premiazione. Per partecipare c'è tempo fino al 26 agosto".
Sono due in particolari gli obiettivi che cercherà di seguire questo concorso: "Innanzitutto vogliamo che la gente si riavvicini alla nostra associazione poi, cosa ancora più importante, vogliamo che venga valorizzato il grande patrimonio italiano della nostra città che c'è ma non si vede". Così come in tanti altri posti dell'interno dell'Uruguay, anche a Carmelo c'è stata una fortissima presenza italiana anche se oggi con il trascorrere degli anni sembra praticamente scomparsa.
"Attraverso la fotografia cerchiamo di motivare i partecipanti a fare una ricerca, ad andare alla scoperta delle tantissimi impronte lasciate dagli immigrati. Le immagini saranno accompagnate da una breve descrizione sul contesto storico. C'è davvero tantissimo materiale, tantissime testimonianze" osserva Bombaci fornendo alcuni esempi: erano prevalentemente italiani i "picapedreros", i lavoratori della pietrache invasero la zona nei secoli scorsi ma anche i carpentieri navali, gli agricoltori della zona di Colonia Estrella oppure i fabbri che costruivano le ringhiere delle case lasciando le iniziali dei nomi dei proprietari: "Questo patrimonio italiano che abbiamo ed è visibile tanto nelle strade come al porto è incentrato principalmente sulla grande tradizione dei mestieri portati dagli immigrati e trasmessi poi alle nuove generazioni. Ma oltre a questo, esiste anche un patrimonio artistico e culturale da valorizzare dato che attualmente la società sembra aver perso la memoria del suo passato. La nostra intenzione è quella di svegliare l'interesse delle persone. A causa delle poche attività dell'ultimo periodo temevamo che la risposta del pubblico fosse bassa e invece, almeno in questa prima fase, c'è stato grande interesse come avveniva anche in passato. Siamo ottimisti, ci aspettiamo una grande partecipazione".
La Società Italiana di Carmelo si avvia verso il grande anniversario lasciandosi alle spalle un periodo di grandi difficoltà come racconta il presidente: "La pandemia è stata molto dura anche perché abbiamo perso molta gente. Per fortuna siamo riusciti a risollevarci grazie al contributo dei soci che è stato fondamentale e adesso possiamo guardare avanti stando insieme e portando sempre nuove idee su come difendere l'italianità e valorizzare il nostro patrimonio italiano".