Chi ha lavorato dal 1993 al 2001 per realizzare il sogno cinquantennale del voto degli italiani all'estero, in loco, con la scelta dei propri rappresentanti, a ogni nuova consultazione si chiede amaramente se ne valeva davvero la pena. Nel 2006, 2008, 2013, 2018 hanno vinto parlamentari "esteri" nella maggior parte di basso livello, alcuni addirittura incapaci di mettere insieme due parole di italiano e quindi perfino di capire i testi dei documenti su cui dovevano votare.
Mentre scriviamo, non sono state ancora rese note le liste dei partiti, coalizioni, movimenti, strange bedfellows, vale a dire strani compagni di letto. Questi ultimi si sono accroccati insieme per avere un premierato dopo essere fuoriusciti dalle maggiori "associazioni politiche", sancite dall'articolo 49 della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale".
E qui diventa necessario rifarsi un attimo ai grandi filosofi greci che hanno dato inizio al discorso creando la parola stessa che usiamo ancora oggi per definire "l'amministrazione della polis" cioè della città-stato. Platone intitola un suo dialogo "Politeia", termine mal tradotto in italiano con il sostantivo "La Repubblica", perché Politeia comprende la forma di stato e di governo, ma anche la distribuzione del potere, l'accesso alle cariche, il corpo civico costituito in base al diritto di cittadinanza. Quest'ultimo è lo status fondamentale per l'esistenza della polis.
Aristotile nella sua "Politica" afferma: "Il cittadino, in senso assoluto, non è definito da altro che dalla partecipazione alle funzioni di governo e alle cariche pubbliche". Secondo Jean-Jacques Chevallier, nella Politeia Platone denuncia: "I mali di cui soffrono le poleis esistenti, siano esse oligarchiche o democratiche, e cioè l'incompetenza, l'ignoranza, la versatile instabilità, il dilettantismo che vuole avere la sua da dire su tutto, e parimenti l'egoismo e l'indifferenza alla cosa pubblica, la venalità e, da ultimo, la discordia". Platone scriveva 25 secoli fa. Da allora non è cambiato nulla.
Anzi! Le caratteristiche negative elencate da Platone sono più che mai presenti nel quadro politico espresso da ogni Paese, compresi gli eletti dagli italiani fuori d'Italia in qualche area del mondo. Prima fra tutte è la venalità dei capipopolo, che costruiscono movimenti a propria immagine e somiglianza, eleggono con qualunque mezzo, anche illecito, uomini "signorsì", li spediscono alla Camera o al Senato con la promessa di colmarli di prebende, per avere quella manciata di voti a disposizione del maggiore offerente in cambio di cariche di Governo, che permettano al capo di guadagnare sottobanco su tutte le operazioni in cui sia erogato denaro pubblico. Il legislatore, con la legge 459 del 2001, ha spaccato il mondo in quattro ripartizioni elettorali: Europa con i territori asiatici della Russia e la Turchia; America Meridionale; America Settentrionale e Centrale; Africa, Asia, Oceania e Antartide. Ogni ripartizione ha peculiarità diverse, frutto della storia, dei regimi, della cultura e della lingua parlata.
L'America Meridionale sembra avere, almeno finora, il primato negativo dei brogli, come quello massiccio che ha portato alla destituzione di Adriano Cario, sostituito al Senato da Fabio Porta. È prevedibile che questa frode si ripeterà, visto l'annuncio da parte dell'USEI (forse complice del MAIE? Visti i costanti cambi di casacca?) che, senza alcuna remora e contra legem, invita pubblicamente i cittadini a portare nei suoi uffici i plichi elettorali, assicurando che "li aiuterà a votare compilando le schede". Finora in America Meridionale sembra che debbano essere eletti ai due rami del Parlamento italiano soltanto i residenti in Argentina o in Brasile, i due Stati con maggiore presenza di italiani e di discendenti addirittura da nebulosi quinquisavoli arrivati quando l'Italia non era ancora unita.
Altri Paesi hanno presentato candidati ma, invece di unirsi su un nome solo, si sono spaccati in mille minimi sostegni, spesso a personaggi e proposte impresentabili. L'Uruguay è uno di questi e rischia di farsi rappresentare dall'Innominabile, pronto a sostenere lo spreco di due milioni di Euro o più per costruire la nuova cancelleria consolare piena di spazi per gli utenti, ma priva di personale che possa erogare servizi efficienti in tempi rapidi.
Un altro dei punti fermi della sua campagna elettorale sarà la battaglia scatenata, complice l'Ambasciatore, contro Gente d'Italia, quotidiano doppiamente colpevole, sia per essere creditore del neo-Consigliere del CGIE per pubblicità elettorale mai pagata sia perché questo quotidiano si ostina a dare voce a tutte le forze politiche e a tutte le opinioni contrapposte per "informare" il lettore nel vero senso della parola, in ottemperanza alla deontologia professionale del mondo dell'informazione. Possibile che in Uruguay non esista un candidato o una candidata alla Camera che possa raccogliere tutti i voti disponibili fra le persone che pensano con la propria testa e non si fanno illudere dai fautori di costruzioni faraoniche e inutili, i cui costi sono raddoppiati in corso d'opera?
Possibile che per almeno una volta non si sotterrino l'ascia di guerra delle antipatie e l'ammorbante fetore dei pettegolezzi per scegliere e far vincere una candidatura uruguaiana? I latini dicevano divide et impera. Dividere il campo serve a sbaragliare chi vale e sostituirlo con il lacchè di turno. La calunnia è un venticello trasportato dalle voci appecoronate di chi non sa come pensare con la propria testa, ma si fida delle assicurazioni mielose di quelli che assicurano benefici che non si possono ottenere. Nel nostro Gruppo ci sono persone sagge per il sapere e per l'età. Crediamo tutti nella Realpolitik. Guardiamo le cose senza inforcare occhiali dalle lenti rosee, senza farci traviare dal canto delle sirene o dei tritoni, senza credere ai neonati Tarzan che si battono il petto per presentarsi come uomini forti. Realpolitik significa fare l'analisi dei reali vantaggi contro quelli presunti e delle bufale vendute come vere cornucopie da riempire in un futuro che non si arriverà mai. Epicuro invitava a scegliere il male minore, in questo caso impersonato da chi sa di che cosa parla. Uruguay scegli bene e proteggi te stesso!
(CARLO CATTANEO)