di Roberta D'Alessandro
Nel 2010 Salman Rushdie fu invitato a Leiden, in Olanda, per tenere una conferenza nel ciclo "Praesidium Libertatis", intitolato secondo il motto dell'Università.
Raccolsi alcune frasi che mi colpirono molto, sulla sua idea di libertà. Mi colpì molto la sottile ironia con cui parlava della sua condizione e della libertà dell'uomo, quindi le trascrissi. Eccole:
1. Dickens era un gran presentatore del proprio lavoro. Girava il mondo leggendo i suoi romanzi e parlando al pubblico. Di ritorno dall'ultima presentazione si ammalò e morì. Quindi io, che oggi sono qui a parlarvi, sto rischiando la vita. E non è la prima volta.
2. La libertà è come l'aria. Se vivi in un paesino e hai l'aria buona, non te ne curi. Nel momento in cui te la tagliano cominci a risentirne, te ne accorgi. Nessuno deve dirtelo. Te ne accorgi da solo.
3. La libertà non è divisibile. O ce l'hai o non ce l'hai. Non si può avere un po' di libertà.
4. L'ortodossia, che sia religiosa o secolare, è sempre contro le idee nuove. I tre più grandi rivoluzionari della storia culturale, Socrate, Gesù Cristo e Galileo, furono tutti e tre processati. Ma le loro idee sono sopravvissute ai loro persecutori, hanno vissuto più a lungo delle ortodossie che loro avevano attaccato. La poesia di Lorca è sopravvissuta a Franco, la poesia di Mandel'stam a Stalin. Le idee sopravvivono alle ortodossie. Gli autori, non sempre.
5. Libertà è poter fare ciò a cui si aspira, è la realizzazione dell'individuo che avviene senza che nessuno venga a dirti se è permesso.
6. Una volta girai un film sul mio assassinio. Il film incontrò molti ostacoli e una commissione di controllo non permise che fosse proiettato in Gran Bretagna. Allora mi misi in mezzo, ostinato, scrissi una lunga lettera in cui giustificavo il mio film, me ne presi tutta la responsabilità e alla fine la censura fu rimossa. Il primo giorno di proiezione non venne nessuno, e neanche tutti gli altri. Perché? Perché il film era brutto. Tra le altre cose, indossavo delle impresentabili sahariane arancioni, sulle quali il regista si divertiva a soffermarsi. Se il film fosse rimasto vietato avrebbe avuto molti più spettatori, la gente avrebbe fatto pazzie pur di vederlo.
Da questo episodio ho imparato che: le cattive idee non muoiono mai. Censurarle le rende solo più potenti.
7. E' più facile elencare ciò che non ci piace che ciò che ci piace. Il sarcasmo che mi caratterizza è proprio questo: attaccare ciò che non mi piace. Ma dovremmo fare una lista di ciò che invece ci piace in questa società, di ciò che va bene. Questa lista è ciò che dobbiamo insegnare ai nostri figli. Questi sono i nostri valori.
8. Se avessimo detto a quelli che hanno fatto il '68 che nel 2010 la gente avrebbe ancora dato retta ai preti, quelli si sarebbero messi a ridere e non ci avrebbero creduto. Non bisogna mai dare per scontati i valori della libertà e del libero arbitrio. Essi vanno insegnati sempre, ancora ancora e ancora.
9. Ciascuno di noi è un narratore di storie. Conoscere le storie ci rende ciò che siamo e parte della nostra comunità. Le persone narrano storie alle persone, i paesi ai paesi, le nazioni alle nazioni. E' nostro compito continuare a raccontare storie.
10. Il compito dello scrittore è aprire l'universo.