Quella del 2022 è la peggior estate del decennio con in media ben 16 fra grandinate e bufere di acqua e vento ogni giorno, con un impressionante aumento di quasi il 1300% di questi eventi rispetto all’inizio della decade. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento all’ultima ondata di maltempo che ha investito l’Italia da nord a sud, dal Piemonte alla Toscana fino al Lazio con bombe d’acqua e chicchi di ghiaccio extra large con alberi sradicati, tettorie distrutte, allagamenti, esondazioni e fango.
Siamo di fronte – spiega la Coldiretti – a un impatto devastante dei cambiamenti climatici che con il moltiplicarsi di eventi estremi tra siccità e nubifragi provocano vittime e danni che in agricoltura superano già i 6 miliardi di euro nel 2022, pari al 10% della produzione nazionale. E’ evidente in Italia la tendenza ad una tropicalizzazione del clima tanto che – sottolinea la Coldiretti – a luglio si è registrata una temperatura superiore di ben +2,26 gradi la media, mentre a giugno la colonnina è stata più alta di +2,88 gradi rispetto alla media, su valori vicini al record del 2003, secondo il monitoraggio di Coldiretti su dati Isac Cnr, che effettua rilevazioni in Italia dal 1800.
Le ultime ondate di maltempo con nubifragi e grandinate si sono abbattute su terreni secchi che – evidenzia la Coldiretti - non riescono ad assorbire l’acqua che causa frane e smottamenti con oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 91,3% del totale) che hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico secondo dati Ispra Eventi estremi che – continua la Coldiretti – provocano danni perché colpiscono aree rese più fragili dalla cementificazione e dall’abbandono. Nel 2021 sono stati consumati oltre 2 metri quadrati di suolo al secondo, il valore più alto negli ultimi 10 anni – sottolinea Coldiretti – con il cemento che ricopre ormai 21.500 km quadrati di suolo nazionale, dei quali 5.400, un territorio grande quanto la Liguria, riguardano i soli edifici che rappresentano il 25% dell'intero suolo consumato, secondo il Rapporto elaborato dall’Ispra.
Le superfici perse in Italia dal 2012 – evidenzia la Coldiretti – avrebbero garantito la fornitura complessiva di 4 milioni e 150 mila quintali di prodotti agricoli e l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde e aggravano la pericolosità idraulica dei nostri territori segnati dal moltiplicarsi di eventi estremi dalla siccità ai violenti temporali.
Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. Per questo sono necessari – conclude Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da gestirne l’utilizzo quando serve.