di Matteo Forciniti
Dopo la prima tappa sul neorealismo, il lungo viaggio alla scoperta della letteratura italiana si è concentrato sul realismo critico analizzato attraverso le opere di Moravia, Pasolini e Sciascia. Il secondo incontro organizzato dal Circolo Trentino di Montevideo con la professoressa Anna Sonetti si è svolto venerdì sera in videoconferenza dove sono stati affrontati nuovi ed appassionanti argomenti.
Con il termine realismo critico indichiamo quel movimento letterario nato in Italia dove confluiscono autori molto diversi tra loro che non si limitano più soltanto a descrivere la realtà ma vogliono anche analizzare la nascente società di massa sorta durante il boom economico negli anni del dopo guerra. Come ha spiegato la professoressa Anna Sonetti nella sua dettagliata introduzione, con questo movimento "si passa a una critica della società capitalista che perde umanità nel nome del progresso economico. Tutto ciò porta a un processo di omologazione che impoverisce enormemente la società da un punto di vista culturale". Un esempio di tutto questo può essere dato dal processo di italianizzazione portato avanti in un paese ancora molto diviso dopo l'Unità d'Italia: "Per quanto sia stato importante avere dal punto di vista linguistico un'unificazione, questo processo ha prodotto una grave perdita della ricchezza culturale con la scomparsa progressiva dei tanti dialetti". La critica all'omologazione spesso viene accompagnata anche da una critica verso l'indifferenza che troviamo molto forte in alcuni autori: "Si contesta una società che decideva di mantenersi immobile nonostante i gravi problemi di deterioramento culturale che questa stava soffrendo".
È proprio all'interno di questa visione che si posiziona Alberto Moravia, il primo degli autori scelti per la serata. Con il suo romanzo "Gli indifferenti" troviamo una dura critica alla famiglia borghese -da cui lui stesso proviene- che prosegue la sua monotona vita durante la dittatura fascista. Il libro scelto nella conferenza è stato però "La ciociara" che deve buona parte della sua popolarità all'omonimo film, il capolavoro di Vittorio De Sica con Sophia Loren: "Un romanzo popolare dove troviamo tutto il dramma della guerra, il decadimento dei rapporti umani e in particolare gli effetti sui ceti più popolari".
All'interno del realismo critico può essere collocato anche Pier Paolo Pasolini, il grande intellettuale friulano di cui recentemente si è celebrato il centenario della sua nascita. "Si ha una certa difficoltà a parlare di un personaggio come questo, un pensatore fondamentale nella storia italiana del Novecento che è stato anche regista e giornalista" ha affermato la professoressa soffermandosi in particolare sullo studio del sottoproletariato che troviamo, tra le altre opere, nel romanzo "Ragazzi di vita": "A differenza del neorealismo dove abbiamo una netta separazione tra bene e male qui troviamo solo la gratuità del male. Pasolini sceglie di raccontare e criticare la società che produce questo contesto di estrema povertà e violenza. Si tratta di una denuncia sociale molto forte, l'opposizione alla borghesia capitalista e allo status quo dell'epoca. Accanto a queste tematiche nell'autore abbiamo anche un'accesa critica al processo di omologazione della società italiana, alla televisione e alla chiesa".
La seconda serata dedicata alla letteratura italiana si è conclusa con Leonardo Sciascia attraverso l'analisi de "Il giorno della civetta", uno dei libri più famosi dello scrittore siciliano che "per primo ha denunciato la mafia come problema sociale quando in Italia ancora nessuno ne parlava". "La denuncia di Sciascia" -ha puntualizzato Anna Sonetti- "è dettato da un preciso impegno letterario e anche politico contro l'omertà che da una parte denuncia e dall'altra cerca di comprendere questa realtà".
Il terzo e ultimo incontro che chiuderà il ciclo di conferenze sulla letteratura si svolgerà venerdì 19 agosto alle ore 19.00 sotto il titolo "Migrazione prima, durante e tra la due guerre nell'opera di Campana, Sciascia, Baricco".