La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni è tornata anche ieri su due temi a lei cari: il Presidenzialismo e l’attacco al Centrosinistra, al Partito democratico nello specifico. La riforma sul Presidenzialismo sta infiammando la campagna elettorale in vista delle elezioni del 25 settembre 2022. Il tema, presente nel programma elettorale del Centrodestra, è stato rilanciato in questi giorni da Silvio Berlusconi e dalla Meloni provocando accese polemiche.
È la numero di FdI ieri su Twitter ha spiegato perché il presidenzialismo è una riforma necessaria per l’Italia. "È il Pd ad aver reso necessaria la riforma presidenziale. Anche una Repubblica parlamentare può essere stabile, se i partiti rispettano il responso delle urne. Non è così però in Italia, a causa della spregiudicatezza del Pd" ha precisato Giorgia Meloni. È palese l'attacco al leader dem Enrico Letta che ha definito il presidenzialismo “sbagliato” e un pericolo per la democrazia. Non c'è da stupirsi, infatti, visto che negli ultimi anni la sinistra si è trovata sempre al governo, anche senza legittimazione popolare. Secondo la Meloni quindi, l'urgenza di una riforma presidenzialista sarebbe stata provocata proprio da chi adesso la demonizza. Insomma, sarebbero attacchi pretestuosi, criticati ieri anche da Matteo Renzi. Il leader di Italia viva, che ha deciso di fare cartello con Carlo Calenda per le prossime elezioni, non approva il Presidenzialismo come forma istituzionale, ma non per questo taccia la controparte di essere pericolosi insurrezionalisti.
“In molti gridano alla deriva antidemocratica perché la Destra ha proposto il Presidenzialismo. Follia. Il presidenzialismo è radicato in tante moderne democrazie occidentali. Io preferisco l'elezione diretta del premier, non del capo dello Stato, ma questo non significa che la proposta della Destra sia un attentato alla libertà. Impariamo a rispettarci, anche da avversari", ha detto l'ex premier Renzi nella e-news del suo partito. Sempre in relazione alle accuse mosse dalla Sinistra di Enrico Letta a due dei tre leader del Centrodestra, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, Renzi ha smontato quelli che nell'ultimo periodo delineano profili anticostituzionali per il leader della Lega e per la leader di Fratelli d'Italia: "Meloni e Salvini non sono un pericolo per la democrazia: quando si vota, è sempre una festa della democrazia”. Il leader di Italia viva va a tirare l'acqua al suo mulino quando dice che "hanno fatto promesse assurde, irrealizzabili, flat tax insostenibili e ingiuste".