Sulla vetta del podio c’è lui. Gli altri qualche centimetro più giù a godersi il solito show italiano, compreso l’imbucata nella foto delle atlete dell’eptathlon mentre all’Olympiastadion suonano Bello e Impossibile di Gianna Nannini.
Una notte magica partita in ritardo per un diluvio, bagnata poi da una pioggerellina resa invisibile dalla concentrazione dell’azzurro, che ha sgranato i 13 della finale uno ad uno come un rosario: percorso netto fino a 2,30, con Protsenko e il padrone di casa Potye a servirgli due match point.
Al secondo è volato via, Tamberi. A chiudere un cerchio simbolico col fratello olimpico: a lui come a Jacobs manca solo il titolo Mondiale. Botta e risposta. Con appuntamento all’anno prossimo con l’ultimo pezzo di storia.
“Che gara difficile, quando ho visto che aveva cominciato a piovere sapevo che non erano le migliori condizioni per me, spesso scivolo. Ma mi son detto ‘ora o mai più. Era l’ultima gara importante dell’anno, dopo quello che ho passato quest’anno“.
Gianmarco Tamberi è campione europeo, e si gode un altro mezzo miracolo: “Ormai trovo dentro di me una forza diversa, anche attraverso gli ostacoli – dice ai microfoni Rai – Dopo il Covid avevo paura, volevo quasi smettere per risparmiarmi un’altra delusione dopo i tanti infortuni. Invece c’è qualcosa di magico. Ce l’ho fatta”.