di Matteo Forciniti
Con il tema delle migrazioni si è concluso il terzo e ultimo appuntamento organizzato dal Circolo Trentino di Montevideo alla scoperta della letteratura italiana. Dopo gli incontri dedicati al neorealismo e al realismo critico, venerdì sera la professoressa Anna Sonetti ha concluso questa iniziativa analizzando le opere di Campana, Sciascia e Baricco.
“Quello delle migrazioni è un tema che ci coinvolge tutti visto il contesto in cui ci troviamo” ha affermato in apertura Anna Sonetti, esperta della tematica a cui ha dedicato gran parte dei suoi studi. Partendo da una definizione, possiamo dire che “la migrazione è quel processo che porta alla ricerca di un futuro migliore per sé e per la propria famiglia”. In genere, è stato e continua ad essere “una fuga dalla povertà” come successo durante i periodi dopo le guerre in Italia ma non solo che sono stati affrontati nelle opere letterarie.
Il primo autore citato è stato Dino Campana, “un poeta molto particolare estromesso dalla storia ufficiale della letteratura italiana”. Personalità controversa, Campana soffriva di disturbi psichici e ha lasciato solo una raccolta di poesie, “Canti Orfici” nel 1912, che ha dovuto attraversare innumerevoli vicissitudini. Dopo la sua prima pubblicazione questa raccolta andò persa e venne poi riscritta a memoria da un poeta che ha lasciato una grande impronta al di là dei suoi innumerevoli problemi: “In lui la tematica del viaggio è la fuga dal paesino che rappresenta una ricerca di libertà, una condizione ovviamente molto diversa rispetto a chi partiva per necessità. L’opera di Campana è estremamente simbolica e, nonostante l’opposizione degli istituti letterari, ebbe una notevole influenza sulla generazione di poeti ermetici venuti dopo di lui”. La poesia scelta durante la videoconferenza si intitola “Buenos Aires” e descrive con un certo senso di disprezzo l’arrivo di una nave piena di italiani nel porto argentino, l’accoglienza dei familiari e il clima festivo e caotico generato dall’arrivo di questa nave tra la folla.
Una dolorosa ironia abbiamo invece con “Il lungo viaggio”, il racconto di Leonardo Sciascia pubblicato all’interno del libro “Il mare colore del vino”. Il racconto è incentrato sulla storia di un gruppo di contadini siciliani che erano riusciti a comprare un biglietto per l’America con tutti i risparmi di una vita. A organizzare questo viaggio però ci sono due persone senza scrupoli che truffano i contadini disperati in un viaggio completamente finto: “Quest’opera, dove l’America è vista come la terra promessa con tanta superficialità, ci fa riflettere sui traffici dell’immigrazione clandestina, un fenomeno che continua ad essere presente oggigiorno nel Mediterraneo. Inoltre, è descritta molto bene la condizione dei contadini e le loro strategie per la sopravvivenza. Nonostante il finale tristissimo, Sciascia adopera un linguaggio sempre raffinato per raccontare una situazione che può essere ancora abbastanza comune”.
A concludere il ciclo di incontri trentino sulla letteratura c’è stato Alessandro Baricco con il suo celebre “Novecento” che ha ispirato anche il film di Giuseppe Tornatore “La leggenda del pianista sull’oceano”. Il protagonista del libro è un musicista nato e abbandonato su una nave che viene preso in adozione per i primi anni da un marinaio della nave. Il bambino diventa poi un pianista leggendario che decide di passare tutta la vita sul transatlantico facendo avanti e indietro tra l’Europa e l’America non scendendo mai sulla terraferma: “Il tema più interessante di quest’opera” -ha concluso la professoressa- “riguarda le origini e le radici non dettate più come di solito capita da un posto fisso, un territorio, una nazione bensì da una nave che non sta mai ferma e si muove in continuazione. È implicito il rifiuto del protagonista a creare legami duraturi e a mettere radici nel mondo”.