Papa
Papa Francesco (foto depositphotos)

Dei soldi del Papa, del Vaticano e della Santa Sede si occuperà in via esclusiva solo lo Ior, l'Istituto per le Opere di Religione. Non potranno essere più le banche italiane o straniere. I patrimoni mobiliari, i conti, i fondi finanziari dovranno rientrare obbligatoriamente presso il Torrione di Niccolò V il prossimo 1° ottobre. Le congregazioni e gli enti vaticani avranno infatti trenta giorni di tempo dal 1° settembre prossimo. Lo ha stabilito il Papa in base a un rescritto post udienza del segretario di Stato Pietro Parolin, che ha il carattere di interpretazione autentica della norma già contenuta nella nuova Costituzione della Curia romana che verrà illustrata ai cardinali che giungeranno a Roma da tutto il mondo questo fine settimana.

In questo modo, non solo rientrano in Vaticano i capitali della Santa Sede sparsi per il mondo, a cominciare dall'Italia e dalla Svizzera e persino da paradisi fiscali ( più o meno esotici) ma si impedirà, in modo radicale, che possa ripetersi quello che era avvenuto con i fondi della Segreteria di Stato. Nel recente passato essi erano conservati presso il Credit Suisse e la Banca per la Svizzera Italiana (quest'ultima chiusa dalle autorità elvetiche per riciclaggio di denaro sporco) e furono in parte investiti nel palazzo di Londra di Sloane Avenue, per cui è in corso Oltretevere un processo contro dieci imputati.

Persino l'Obolo di San Pietro (la raccolta di fondi da tutto il mondo per le attività del Papa, il 29 giugno di ogni anno) era depositato in Svizzera dalla Segreteria di Stato.

L'attività di gestore patrimoniale e di depositario del patrimonio mobiliare della Santa Sede e delle Istituzioni collegate compete in via esclusiva all'Istituto per le Opere di Religione. La Santa segreteria di Stato in Svizzera e non allo Ior. Lo stesso dicasi per enti e Congregazioni con conti presso banche italiane, anche piccole banche private. Nonostante la nuova Costituzione Apostolica di riforma della Curia sia stata firmata da Francesco il 19 marzo 2022, ed entrata in vigore il 5 giugno scorso, molti enti avevano fatto resistenza sul trasferimento obbligatorio allo IOR adducendo motivi giuridici di scrittura della norma. Il Papa adesso ha chiarito che non c'è più nessuna possibilità di bypassare la nuova legge.