Il contesto macroeconomico nel quale si terranno le elezioni politiche italiane sta assumendo sempre più i contorni di una polveriera, che rischia di esplodere da un momento all'altro, o in ogni caso di mettere in forte difficoltà il governo che salirà al potere. Tra banche centrali disposte ad alzare i tassi oltre le previsioni pur di contrastare un'inflazione galoppante, una crisi energetica che sta tenendo sotto scacco l'Europa e le stesse elezioni italiane che sembrano impensierire almeno una parte degli investitori internazionali, quel che è certo è che il nuovo esecutivo, che secondo i sondaggi sarà di centrodestra con Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni in un ruolo chiave, sarà chiamato ad agire su più fronti per tentare di risolvere la situazione.
Non è un caso che, nel giro di appena una decina di giorni, l'autorevole Financial Times abbia già lanciato due allarmi. Il primo specificamente sul debito pubblico italiano, sottolineando come negli ultimi mesi siano aumentate le scommesse al ribasso sui nostri titoli di Stato. Il secondo allarme ha invece riguardato l'euro, finito nel mirino per le complicazioni legate alla crisi energetica europea, a sua volta riconducibile al taglio delle forniture in atto da parte della Russia.
Nello stesso tempo, l'impennata delle quotazioni del gas sul mercato di Amsterdam contribuisce a spingere l'inflazione, costringendo la Banca centrale europea (Bce) a correre ai ripari con rialzi dei tassi di interesse che, secondo alcuni osservatori, potrebbero arrivare a 75 punti base nella prossima riunione dell'8 settembre. E questo mentre la Federal Reserve statunitense si è appena detta concentrata più che mai sull'obiettivo di far rientrare l'inflazione nei ranghi, anche a costo di dovere spingere l'economia verso la recessione.
Insomma, il contesto in cui si muoverà il nuovo governo è a tinte fosche, e punteggiato da tutta una serie di elementi di incertezza concomitanti come probabilmente non era mai accaduto nella storia. "La situazione - commenta Michele Morra, portfolio manager di Moneyfarm - sarà molto complessa per il nuovo governo italiano, che sarà chiamato a risolvere questioni urgenti e a prendere decisioni tempestive". La questione principale su cui si dovrà intervenire è la crisi energetica, che sta facendo aumentare il costo delle bollette dell'elettricità e del gas oltre il livello di guardia, mettendo in serie difficoltà famiglie e imprese.
Proprio la crisi energetica, sottolinea Morra, "incide sull'Italia più che sugli altri Paesi europei, a causa dell'elevata dipendenza del nostro Paese dalle forniture russe. Se il Prodotto interno lordo dovesse flettere per via di questa crisi, a risentirne sarebbe il rapporto tra debito pubblico e Pil, con annesse conseguenze sui conti pubblici". Ad aggravare la situazione italiana sono poi i campanelli di allarme che, da più parti, stanno suonando sul debito. Dalle ultime aste di titoli di Stato, nel frattempo, non giungono buone nuove: il collocamento dei Btp a cinque e dieci anni è avvenuto a rendimenti crescenti, vale a dire con maggiori costi a carico del Tesoro. In particolare sono stati assegnati 3,25 miliardi di titoli a 5 anni, con un rendimento in salita al 3,09% (+28 punti base), 2,25 miliardi di titoli a 10 anni, con rendimenti al 3,76% (+30 punti) e 1,25 miliardi di titoli a 15 anni, con rendimento al 3,30%.
"I Btp italiani - nota il gestore di Moneyfarm - sono tipicamente più esposti al rischio sistematico rispetto alle obbligazioni di altri Paesi". In altri termini, se un avvenimento globale tende a pesare su tutto il mercato dei titoli di Stato, è probabile che i Btp ne risentano un po' di più. "E poi - aggiunge Morra - c'è il rischio Paese specifico dell'Italia, collegato anche alle imminenti elezioni". Un rischio di cui si è trovata a prendere atto, nell'ultima semestrale, anche Mps, banca senese controllata per oltre il 64% dal ministero dell'Economia e da tempo ormai in cerca di un compratore.
"Un'implementazione non efficiente o incompleta delle politiche di sostegno alla crescita previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) nel medio termine - mette in guardia il Montepaschi nella relazione finanziaria al 30 giugno 2022 - e le acuite tensioni politiche che hanno portato alla caduta del governo Draghi potrebbero ulteriormente deprimere il recupero dell'economia italiana. Una minor crescita attesa potrebbe alimentare timori sulla sostenibilità del debito pubblico, con riflessi sullo spread Btp-Bund", ossia il differenziale di rendimenti tra titoli decennali italiani e tedeschi davanti al quale fu costretto a soccombere il governo Berlusconi del 2011.
In questo quadro, come avverte Morra, "un'eventuale maggiore instabilità politica italiana, a sua volta, può pesare sull'andamento dell'euro". Contribuendo così, insieme alla crisi energetica, a indebolire la valuta europea rispetto ad altre monete come dollaro e franco svizzero. E andando a complicare ulteriormente il quadro entro il quale l'Europa e il nuovo governo italiano saranno costretti a muoversi.