di James Hansen
'Engagement' è quella parola del gergo manageriale che ha preso il posto dell'ormai superato termine 'job satisfaction'. Si tratta di una sorta di miscuglio tra il senso di coinvolgimento e l'entusiasmo che i dipendenti provano per il proprio lavoro. Il tema è stato appena oggetto di una massiccia indagine internazionale - lo State of the Global Workplace: 2022 Report - dei sondaggisti della Gallup. È una ricerca da cui l'Italia esce con le ossa più che rotte...
Secondo lo studio, il blocco continentale che al mondo presenta in assoluto il minore grado di engagement impiegatizio è l'Europa Occidentale. Tra tutti i 38 paesi che comprende, l'Italia figura in ultimissima posizione: il peggio del peggio, per dire... I dati infatti indicano che solo il 4% (il quattro percento) degli impiegati italiani interpellati si sente pienamente appagato e coinvolto sul lavoro. Per l'altro 96% - pare almeno - il lavoro è quella cosa che s'ha da fare soltanto per campare.
Non se la prendono più di tanto però. Appena il 16% degli impiegati nazionali ammette di arrabbiarsi sul lavoro più o meno tutti i giorni - un pochino peggio del Kosovo e del Regno Unito, entrambi al 15%. Piuttosto, gli italiani si rattristano quotidianamente, il 27%. Per tristezza sul lavoro, l'Italia risulta al secondo posto in Europa dopo il Cipro Settentrionale con il 28%. Forse quella italiana è solo rassegnazione. Il Paese, infatti, è l'ultimo in classifica riguardo al giudizio sulla possibilità di trovare un impiego migliore di questi tempi.
Sarebbe rassicurante poter concludere questa carrellata tragica con una buona notizia, tipo: che in Italia, malgrado il lavoro, almeno la vita in generale va come dovrebbe. È qui, finalmente, che il Belpaese non è in coda. È al 26° posto della classifica - appena sopra al Kosovo, al 27°. È la Finlandia in prima posizione. Lì, l'84% degli impiegati pensa che le cose vadano benone.
Bentornati e, ah, buon lavoro, J.