Gente d'Italia

Ma non ci sono giovani nei partiti che sappiano usare il “Tik Tok”?

di Marta De Vivo

“Ciao ragazzi, eccomi qua. Vi do il benvenuto sul mio canale ufficiale di Tiktok. Su questa piattaforma, voi ragazzi siete presenti in oltre 5 milioni, e il 60% di voi ha meno di 30 anni. Soffro di un po’ di invidia ma mi faccio ugualmente tanti complimenti, per questo ho voluto aprire questo canale, per parlare dei temi che più stanno a cuore a Forza Italia e al sottoscritto, che vi riguardano da vicino.” Così Silvio Berlusconi debutta su Tiktok, mentre scrivo il video conta più di 3,2 milioni di visualizzazioni a distanza di poche ore dalla sua pubblicazione, un autentico record. Berlusconi è anche il tiktoker italiano più anziano presente sulla piattaforma, perlomeno io non conosco nessun altro ottantacinquenne che sia su Tiktok, doppiamente fuoriclasse.

Il Cavaliere però non è l’unico ad essere sbarcato sulla piattaforma, anche il suo figlioccio politico, Renzi, ha deciso di buttarsi nel regno dei giovani esordendo così: “Per molti di voi io sono un esperto di first reaction shock o di shish, ma sono stato anche un capo clan, non di camorra, boy scout.” Non proprio un grande inizio, ma è pur sempre il suo primo tiktok, gli do un 6+ per l’impegno. L’alleato di Renzi, Calenda, ha optato per uno stile più sobrio. Diciamo che se Renzi e Berlusconi sono nella categoria “meme e divertimento” Carlo Calenda è nella sezione “informazione e studio”. Lui si è posto da subito come un professore, colui che insegna e indica la retta via: “Posso parlarvi di libri e di cultura, se voi volete discutere di mostre ed eventi culturali, io sono qui per voi”. Un Sacro Graal 2.0 in versione Parioli.

Il mio preferito però (perché è normale avere anche delle preferenze) è Giuseppe Conte. Lui è stato un visionario, ci aveva visto lungo, è stato il primo tra tutti i politici italiani a sbarcare su Tiktok. Ricordo con nostalgia la sua prima pubblicazione, musica da gangster come sottofondo, alla domanda della conduttrice di Otto e Mezzo Lilli Gruber: “Pronto a un governo con Giorgia Meloni?” lui risponde con un sorriso: “Non scherziamo”. Emblematica anche la faccina con gli occhiali presente nella caption. Non male come primo video, conta 53 mila like e 2900 condivisioni. Verrebbe da domandarsi se questi like siano poi convertibili in voti, in quanto mi pare evidente anche dagli innumerevoli commenti, che molto di questo gradimento social, sia dovuto ad una presa in giro collettiva.

Ora parliamoci chiaro, il mezzo non è da buttare via, anzi. Ma come tutte le cose, innanzitutto devi saperle usare e poi devi capire come usarle al meglio così da trarne il massimo beneficio. È chiaro che se vai su un social di giovani devi saper parlare il loro linguaggio, ed è altrettanto chiaro che se sei un over 40, quel linguaggio non lo puoi avere. Una scelta saggia sarebbe stata quella di affidare la gestione Tiktok ai movimenti giovanili dei vari partiti. Invece hanno deciso di mettere davanti il loro protagonismo, e così facendo si stanno rendendo ridicoli, quando invece avrebbero potuto cogliere l’occasione per dare spazio e voce ai più giovani. Anche perché, differentemente da quello che si possa pensare, su Tiktok ci sono dei giovani che parlano di politica e sono pure bravi.

Purtroppo il modo con il quale si sono posti i nostri politici, dà l’idea a coloro che non sono avvezzi ai social, che Tiktok sia una piattaforma per analfabeti. Ed è triste vedere delle persone che rappresentano le istituzioni in una veste da pagliaccio. Per fare un esempio, in uno dei momenti più complessi della storia contemporanea, uno dei nostri rappresentanti, Matteo Salvini, ci teneva a far sapere ai più giovani tramite il suo canale Tiktok che “la patente e il motorino i ragazzi che delinquono se li possono sognare”. Insomma, le priorità del Paese. Forse questa è la punta dell’iceberg del ridicolo, un punto di non ritorno, perché peggio di così non si poteva fare. Se tutta questa cosa di Tiktok era solo una gara tra chi riusciva a mettersi più in ridicolo, sono tutti vincitori a mani basse. Anche se forse, ora che ci penso bene, una nota di merito la darei al Cavaliere.

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