di Luca Bianco
Meno ventidue giorni al D-Day del 25 settembre. La rilevazione elaborata dall’istituto Ixè in esclusiva per Huffington Post e Metropolis parla chiaro: il centrodestra è in largo vantaggio sugli avversari e si appresta a conquistare – se i sondaggi saranno confermati – la maggioranza assoluta dei seggi di Camera e Senato. Se non addirittura sfiorare la fatidica soglia dei 2/3 in ciascun ramo. È il requisito che la Costituzione richiede per consentire una revisione costituzionale senza la necessità di passare dal referendum confermativo, risultato fatale per gli intenti di modifica della Carta fondamentale a Renzi nel 2016 e Berlusconi undici anni prima. Questo significa che la riforma in senso presidenzialista – l’elezione diretta del capo dello Stato – sarà a portata di mano dei suoi sostenitori, Fratelli d’Italia in primis. Il report Ixè sottolinea anche altri aspetti interessanti di questa campagna: bollette, potere d’acquisto e tasse sono in cima ai pensieri degli italiani. Molto meno lo sono i diritti civili, la guerra in Ucraina e, un po’ a sorpresa, l’immigrazione, nonostante la comunicazione meloniana e salviniana punti molto su proposte come decreti sicurezza, porti chiusi e blocchi navali.
Siamo vicini alle prime elezioni politiche post-taglio dei parlamentari approvato ed entrato in vigore nella legislatura appena conclusa. Chi governerà dovrà fare i conti con un nuovo pallottoliere: alla Camera, su un totale di 400 seggi, basterà una maggioranza assoluta di 201 per ottenere la fiducia. Secondo l’esclusiva rilevazione Ixè, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati (in rigoroso ordine di preferenza secondo i sondaggi) dovrebbero raggiungere tutti insieme quota 254 scranni. Cinquantadue in più di quota 201 (maggioranza assoluta) e a soli tredici dai due terzi dell'emiciclo, cioè 267. Discorso simile per il Senato: qui la maggioranza assoluta è a 101 su un totale di 200 membri eletti. Il centrodestra, secondo Ixè, metterà le mani su 128 seggi. Maggioranza blindata e giusto sei senatori in meno rispetto ai due terzi dell’assemblea.
Perché raggiungere quota due terzi in entrambi i rami parlamentari sarebbe così importante? La Costituzione, articolo 138, prevede che con una tale maggioranza qualificata sarà possibile modificare i suoi articoli anche senza dover passare obbligatoriamente dal referendum confermativo. Questo significa, per fare un esempio, che il presidenzialismo o il semipresidenzialismo – una riforma da sempre in cima all’agenda di Fratelli d’Italia e alleati – potrebbe diventare presto realtà. Se i numeri di Ixè dovessero essere confermati, è interessante notare come la coalizione, nel procedere con l’introduzione dell’elezione diretta del capo dello Stato, potrebbe tentare una convergenza politica con la pattuglia parlamentare del terzo polo – Calenda e Renzi – dato che questi ultimi hanno nel loro programma la proposta ribattezzata da Renzi “Sindaco d’Italia”. I sedici centristi a Montecitorio e i sei a Palazzo Madama sarebbero giusto giusto sufficienti a raggiungere i famigerati due terzi. Certo, meglio specificare: un’intesa tra centrodestra e centristi sulle riforme istituzionali non è all’ordine del giorno. Se ne riparlerà, nel caso, dopo il voto. E comunque avere la maggioranza dei due terzi non significa escludere a priori che i leader del centrodestra non optino comunque per un referendum confermativo.
I numeri dei partiti secondo le media Ixè: Fratelli d’Italia al 23,8% con un potenziale di crescita che può fargli conquistare, secondo Roberto Weber intervenuto in diretta a Metropolis, altri 4-5 punti percentuali da qui al 25 settembre. Trend visto leggermente in negativo per l’alleato Salvini, che secondo la media si attesta al 13,2% con la previsione che possa scendere fino al 12,4%. "Le perplessità più grandi si concentrano - prosegue Weber - su Forza Italia". Prospettive complicate per gli azzurri, in calo all’8,1%. Ixè rileva comunque che le ipotesi di un sorpasso della lista Azione-Italia Viva ai danni di Berlusconi sono ancora remote: la media pone Calenda e Renzi al 5,2%. "Difficile che vadano in doppia cifra" Ci sono ancora quasi tre punti di gap tra Berlusconi e i suoi competitor al centro, anche se il primo è in discesa e i secondi in ascesa.
La coalizione di centrodestra, trainata dalla corsa di Giorgia Meloni è stabilmente prima con il 46,6% delle preferenze totali. Molto più indietro il centrosinistra, al 31,1%. Il Pd infatti resta stabile intorno al 23,7%, a pochissimi millesimi da Fdi. "Ma i dem appaiono solidi, indubbiamente" afferma in trasmissione Weber. "Anzi, mi aspetto che il duello Meloni-Letta possa far scattare, da qui al 25 settembre, una crescita di entrambi i partiti a svantaggio di tutti gli altri". Una sfida, quella per il primo posto tra i partiti, molto importante perché in caso di sconfitta nel testa a testa con Meloni, Letta potrebbe rischiare la segreteria del Nazareno. Gli alleati minori dei dem viaggiano intorno alla soglia di sbarramento per entrare in parlamento: Sinistra Italiana e Verdi al 3,5 (ce la farebbero). +Europa al 2,8 (per poco non entrerebbe). In netta crescita il Movimento 5 Stelle, ora dato al 10,8% ma con una risalita prevista al 11,5 e potenziale al 14 per cento. Per un soffio gli antisistema di ItalExit potrebbero ottenere il biglietto per il palazzo, grazie al 3 per cento che gli assegnano gli esperti di Ixè.
A pesare sulla campagna elettorale – prosegue il report esclusivo – tre temi su tutti: la crisi energetica, strettamente collegata al caro-bollette; l’economia e dunque la difesa del potere d’acquisto degli italiani in questa fase di inflazione; a completare il podio dei temi caldi ci sono le tasse. Anche se non più dominante nel dibattito pubblico, la pandemia resta tema importante nei pensieri degli italiani. A seguire, secondo la rilevazione, ci sono la sicurezza, l’immigrazione (non più regina dei temi come lo era quattro anni fa) e la guerra in Ucraina.
Ultimo posto proprio per diritti civili e le riforme costituzionali, tema sostanzialmente irrilevante secondo gli esperti di Ixè che hanno anche espresso la loro su quanto ogni coalizione sia credibile in ogni singolo tema: pochi dubbi sul fatto che gli italiani ritengano più convincente il centrodestra rispetto al centrosinistra su temi come sicurezza e immigrazione ma anche sulle tasse. Al contrario, il centrosinistra può sventolare la propria bandiera su temi come i diritti civili, la scuola ma anche, un po’ a sorpresa, sulla politica estera. Pesa, molto probabilmente, l’ambiguità di Salvini e Berlusconi in materia di sanzioni e rapporti con la Russia. Welfare e politiche sociali: qui un’importante credibilità, dato il tema collegata al reddito di cittadinanza, la conserva il M5s di Giuseppe Conte. Affidabili, dal punto di vista degli elettori, i terzopolisti quando si parla di temi economici ed energia.