di Fabio Insenga
- Il posizionamento della Russia come esportatore di materie prime è irrevocabilmente deteriorato, perché ora tratta da una posizione di debolezza con la perdita dei suoi tradizionali mercati principali e affronta sfide impegnative ponendosi come pivot verso l'Asia con le esportazioni del gas.
- Le importazioni russe sono in gran parte crollate e il Paese deve affrontare dure sfide per assicurarsi beni cruciali, inclusi ricambi e materiale tecnologico. Sta attraversando una consistente carenza di forniture importanti per l'economia domestica.
- La produzione interna russa si è completamente arrestata con nessuna capacità di sostituire attività, prodotti e talenti perduti; la perdita dell'innovazione e della capacità produttiva interna ha portato all'impennata dei prezzi e alla preoccupazione dei consumatori.
- Con l'esodo delle società straniere, la Russia ha perso una quota pari al 40% del suo pil, vanificando l'incremento degli investimenti esteri degli ultimi trent'anni, sperimentando una fuga simultanea di capitali e di persone dalla sua base economica.
- Putin sta ricorrendo a un intervento fiscale e monetario palesemente insostenibile per cercare di fronteggiare le debolezze economiche strutturali. Il bilancio è per la prima volta da anni in disavanzo e sono state prosciugate anche le riserve estere. Le finanze del Cremlino sono in difficoltà molto, molto più gravi di quanto si pensi.
- I mercati finanziari russi sono i peggiori nel Mondo quest'anno, sia guardando agli indicatori correnti sia alle previsioni e, nonostante lo stretto controllo sui capitali, hanno scontato una debolezza sostenuta e persistente con la contrazione della liquidità e del credito. In aggiunta, la Russia è stata sostanzialmente tagliata fuori dai mercati internazionali, limitando la sua capacità di accedere ai finanziamenti necessari per rilanciare la propria economia.
- Guardando avanti, non c'è via d'uscita rispetto all'oblio economico per la Russia finché i paesi alleati rimangono uniti nel mantenere e aumentare le sanzioni.
- Le tesi di chi sostiene che l'economia Russia abbia rimbalzato, semplicemente, non è reale. I fatti dicono che, in base a qualsiasi parametro e a qualsiasi livello di analisi, l'economia russa vacilla e ora non è il momento di premere il freno sulle sanzioni.
Ognuna delle conclusioni dello studio è argomentata e sostenuta da un'analisi puntuale dei numeri e dei dati raccolti. Non c'è altro metodo per cercare una risposta alla domanda: stanno funzionando le sanzioni alla Russia? Certo, vanno messe sul tavolo anche le conseguenze per le economie dei Paesi che le sanzioni le hanno imposte, a partire da quella italiana. Ma anche chi vuole sostenere che le sanzioni non sono efficaci e utili a centrare il loro obiettivo, quello di indebolire fino a far collassare l'economia russa, dovrebbe cercare, e trovare, dati coerenti con la propria tesi.