di Nadia Boffa
"Roma è spinta al suicidio economico per la frenesia sanzionatoria euro-atlantica e il risultato sarà che le imprese italiane saranno distrutte dai 'fratelli' d'Oltreoceano". La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova entra a gamba tesa in campagna elettorale, quando mancano meno di venti giorni alle elezioni. Zakharova la Cassandra dei giorni nostri: in un post su Telegram si prodiga in una vera e propria profezia, dove gli Stati Uniti sono i falsi amici che danno gli ordini, ma che poi, nel prossimo futuro, non subiranno le conseguenze delle proprie decisioni. Al contrario a subirle sarà l'Italia, che gioca la parte del cugino debole e ingenuo.
Infatti, scrive Zakharova, "le aziende americane oggi pagano l'elettricità sette volte meno di quelle italiane". È la stessa Zakharova che subito dopo le dimissioni di Draghi sosteneva che la politica italiana tentasse di "giocare la carta russa e diffondesse il mito dell'ingerenza di Mosca nei processi elettorali". E che sottolineava come, al contrario, la Russia da sempre percepisse l'Italia come "uno Stato sovrano che persegue una politica interna ed estera indipendente".
Se già non fosse abbastanza chiaro, adesso sicuramente lo è. Anche la politica italiana del dopo Draghi e quindi la campagna elettorale sono entrate nella macchina di propaganda del Cremlino. E più ci si avvicina alla data delle elezioni, più l'ingerenza aumenta e diventa sempre più palese. Le parole forti di Zakharova lo testimoniano, ma lo testimonia anche un alto esempio di forte propaganda russa. Un video realizzato da Gazprom e diretto a tutta l'Europa - sottotraccia il principale destinatario sembra essere proprio l'Italia - che contiene una forte minaccia: la prima immagine che compare sono dei rubinetti del gas che si chiudono. Poi il gasdotto Nord Stream non funzionante. E poi altre immagini di città europee innevate, o comunque al freddo e una bandiera dell'Europa che sventola, sola. Come sottofondo una musica epica.
Le parole di Zakharova colpiscono perché sono persino più forti, più nette, più schierate di quelle del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev - tra i falchi più vicini a Vladimir Putin - che alla fine di agosto aveva lanciato un messaggio minatorio sulle urne italiane. "I voti degli elettori sono una potente leva di influenza. Quelli europei devono punire i loro governi" aveva detto. Per poi prodigarsi in una profezia in parte simile a quella di Zakharova. "Se il prezzo per la democrazia europea è il freddo negli appartamenti e i frigoriferi vuoti, questa 'democrazia' è per i pazzi. Quindi agite, vicini europei! Non rimanete in silenzio. Chiamate i vostri idioti a rendere conto. E vi ascolteremo. Il vantaggio è evidente: l'inverno è molto più caldo e confortevole in compagnia della Russia che in uno splendido isolamento con la stufa a gas spenta" aveva concluso Medvedev usando la minaccia del taglio alle forniture di gas russo all'Europa. Minaccia che si è poi realizzata. Iimmediata era stata la reazione da parte dei partiti, con il Pd di Enrico Letta all'attacco contro i "silenzi" del centrodestra e la Lega a smarcarsi, "la Russia non influirà minimamente sul voto degli italiani" aveva detto il segretario Salvini.
"Voteranno gli italiani il 25 settembre, non i russi o i cinesi, e quindi all'estero possono dire quello che vogliono. Voteranno uomini e donne in base a quelli che sono i loro valori e i loro interessi" aveva continuato. E poi Calenda, Di Maio avevano chiesto a tutte le forze politiche di prendere le distanze dalla propaganda del Cremlino.
Ma non state solo le parole a rendere palese l'ingerenza della Russia nella campagna elettorale. Non bisogna dimenticare che subito dopo la caduta di Draghi infatti hanno cominciato ad arrivare sulle coste italiane molti più migranti rispetto al passato dalle coste della Libia, sotto il controllo delle milizie del generale Haftar supportate dai mercenari russi del Gruppo Wagner. I litorali nei pressi dei porti di Derna e di Tobruk, che negli ultimi due anni erano stati dormienti, sono tornati a essere hub per i trafficanti. Una mossa sotto gli occhi di tutti che ha come obiettivo quello di creare nell'opinione pubblica lo spauracchio dell'invasione dei migranti e creare consenso attorno a chi su quello spauracchio ha costruito la propria campagna, in primis Matteo Salvini, che in effetti in questi giorni ha ricominciato a mostrare qualche tendenza ad essere filo-putiniano, ribadendo che le sanzioni nei confronti della Russia "non fanno tanto male al Cremlino, quanto all'Italia".
Se però le parole di Zakharova, Medvedev, il video di Gazprom e l'invio di migranti sono una palese e dichiarata ingerenza della Russia in campagna elettorale, ancora più pericolosa forse è la macchina di propaganda che dalla caduta del governo Draghi lavora sottotraccia, soprattutto sul web e sui social. Ad esempio a luglio si è scoperto che un grande canale della propaganda digitale di Mosca si è messo subito al lavoro per incrementare nelle opinioni pubbliche europee lo scetticismo sull'invio di armi all'Ucraina. Ha così lanciato il complotto secondo cui gli ucraini massacrerebbero i propri civili per fare pressione sulla comunità internazionale e ottenere così più armi.
Il Cyberfront Z ha fatto sapere che alcuni militari russi hanno trovato a Kramatorsk i magazzini dove queste armi vengono depositate prima di essere rivendute sul mercato nero. Lo stesso accade, ancora ora, su altri canali telegram, come quello dell'influencer filo putiniano Yuri Podolyak. Poi c'è la propaganda russa che utilizza le parole e i contenuti di Salvini per entrare in campagna elettorale. Basta farsi un giro all'interno del network della propaganda russa per verificare come le parole del leader del Carroccio siano il copia e incolla di quelle usate da Mosca. Sul canale telegram del giornalista Vladimir Soloviev - quello che parla spesso di attacchi nucleari per incenerire l'Europa - si parla continuamente dell'isteria europea per le sanzioni.
Lo stesso concetto viene rilanciato dal blogger filo putiniano Podolyak, esperto confezionatore di fake-news. Su centinaia di profili Telegram di propaganda l'aumento delle bollette di elettricità e gas vengono ricondotte direttamente al sostegno fornito dalla comunità internazione all'Ucraina. Il sottotesto di questa strategia è evidente: se l'Italia e l'Europa continueranno ad aiutare il popolo ucraino si andrà incontro a un default economico. Ed è proprio per questo che vengono riprese le parole di leader europei come Salvini, ma anche Orbàn.
L'ingerenza della Russia è sempre più chiara e pericolosa. Ed è altrettanto chiaro che sempre di più i leader di partito italiani fanno da eco. Forse proprio per questo ieri il presidente del Copasir Adolfo Urso ha lanciato un nuovo allarme, sostenendo che è in corso una "campagna eccessivamente aggressiva, tesa a delegittimare e denigrare gli avversari senza rendersi conto che così si fa il gioco della Russia e della Cina". "Per non fare questo gioco bisogna fare una campagna elettorale corretta e rispettosa" ha continuato. Il riferimento, anche se sottotraccia, è senza dubbio in parte al leader della Lega, che in questi giorni è tornato sul tema delle sanzioni.
"L'Europa è corresponsabile dell'aumento delle bollette di luce e gas, con le sanzioni alla Russia" ha ribadito Salvini. "Ci stanno rimettendo gli italiani e ci stanno guadagnando i russi evidentemente a Bruxelles, qualcuno ha sbagliato i conti. Io voglio difendere gli imprenditori italiani" ha continuato. A ben vedere parole non proprio dissimili da quelle pronunciate stamattina da Zakharova, anche se poi, al forum di Cernobbio, vicino alla collega del centrodestra Meloni Salvini si è riparato dietro un poco approfondito "la Lega è d'accordo: bisogna comunque continuare con le sanzioni".
Le parole di Zakharova arrivano alla vigilia di giorni decisivi non solo per la politica, ma per l'economia italiana. A Palazzo Chigi si punta a chiudere entro giovedì il nuovo decreto aiuti. In ambienti di governo definiscono plausibile una dote di 10 miliardi, ma le risorse con cui finanziare il dl potrebbero anche aumentare, trainate dall'aumento delle entrate tributarie e da un eventuale 'tesoretto' aggiuntivo derivante da decreti inattuati. Bisogna attendere gli ultimi dati di agosto e, soprattutto, il calcolo degli introiti degli extraprofitti. Ma poi, soprattutto c'è la data di giovedì, in cui dovrebbe esserci la prossima riunione del Consiglio dei ministri e potrebbe tenersi una conferenza stampa con l'annuncio dettagliato delle misure ma anche del piano di risparmi energetici a cui ha lavorato il ministro Cingolani. Il giorno dopo poi si terrà un altro incontro cruciale in Ue sul fronte dell'energia: la riunione dei ministri competenti che discuteranno tanto del price cap, quanto della possibilità di slegare il prezzo dell'energia da quello del gas.
Mosca però guarda già avanti. E lo sa. È sempre più probabile che la leader di Fdi, forte atlantista Meloni vinca le elezioni. Ecco perché la propaganda si fa sempre meno sottile. Sicuramente per il Cremlino la leader di Fdi è più difficile da decifrare: sta con Orbán che solo qualche giorno fa ha strappato con l'Europa firmando un contratto con la russa Gazprom per una maggiore fornitura di gas - massimo 5,8 milioni di metri cubi circa di gas naturale in più su base giornaliera, in aggiunta alla quantità contrattuale già in essere. Dall'altro lato però ha una vocazione atlantica che appare sempre più determinata e senza alcun ripensamento. L'unica allora è puntare sul Generale Autunno, quando l'effetto della crisi economica renderà più difficile tenere fede alle sanzioni e quando molte delle imprese italiane si troveranno in difficoltà. Allora, forse, anche Meloni potrebbe cedere e avvicinarsi, chissà, alle posizioni di Orbán. Profezia di Zakharova-Cassandra.