di Matteo Forciniti
La lunga tradizione gastronomica italiana in Uruguay ha nel dipartimento di Colonia il suo angolo di Piemonte che è tornato a splendere: dopo due anni di stop a causa della pandemia a Colonia Valdense è tornata la festa della bagna cauda che si è svolta domenica con un'alta partecipazione.
A proporla, come da tradizione, è stata la Famiglia Piemontese, l'associazione che riunisce i discendenti degli italiani della zona. Una presenza, questa, che affiora le sue radici fin dal lontano 1856 con l'arrivo di un gruppo di undici famiglie di religione valdese di Torre Pellice (provincia di Torino).
Seguendo la tendenza avviata negli ultimi anni, questa quattordicesima edizione della festa è stata accompagnata da una stretta collaborazione con le autorità locali a partire dal Municipio di Colonia Valdense e poi ancora dalla Intendencia di Colonia che ha dichiarato l'evento di interesse dipartimentale. Assieme al pranzo ci sono state altre attività organizzate nelle vicinanze dal Municipio tra cui una fiera per imprenditori e un'esposizione di auto d'epoca.
Come racconta il presidente Ackermann Wolm, l'idea di organizzare una festa gastronomica dedicata a uno dei piatti tipici della cucina piemonteseè nata nel 2006 quando l'associazione decise di rinnovarsi offrendo alla cittadinanza qualcosa di nuovo: "All'epoca volevamo proporre qualcosa di originale legato all'Italia e alle nostre radici. Avendo anche nella commissione direttiva persone nate in Piemonte, pensammo che questa potesse essere la proposta giusta su cui punture. Così abbiamo cominciato ad organizzare l'evento che è cresciuto anno dopo anno".
Per la collettività piemontese la scelta di questo piatto rappresentava fin da allora un'enorme sfida dato che "stiamo parlando di un piatto che era pressoché sconosciuto a eccezione di alcune famiglie che lo preparavano in casa". La bagna cauda che letteralmente significa "salsa calda" contiene diversi ingredienti, soprattutto acciughe e aglio che formano una particolare salsa che è accompagnata da varie verdure cucinate a parte, tra cui ad esempio: cipolle, carote, peperoni, broccoli, cavolfiori, finocchi, sedani, cardi e patate. Il tutto si serve nel fojòt, uno strumento tipico della cucina piemontese, ossia una ciotola in terracotta a cui è sottoposto un fornellino per mantenere calda la salsa. Se ne mette una grande al centro del tavolo e poi ognuno ha il suo fojòt personale. "Noi abbiamo dovuto modificare un po' la ricetta originale per cercare di adattarla al nostro palato dato che in Uruguay non siamo abituati a mangiare tanto aglio. La risposta del pubblico è stata molto positiva e l'idea per il futuro è quella di crescere ulteriormente". "Attraverso iniziative come queste" -ha proseguito Wolm- "cerchiamo di mantenere e far crescere i legami con il Piemonte e l'Italia, la terra da cui venivano i nostri antenati che ricordiamo celebrando le tradizioni culinarie. Chi non ricorda il passato non ha futuro".
"Questa edizione si è caratterizzata per la crescita del pubblico venuto da fuori" ha osservato con soddisfazione il segretario Diego Dotti. "Tutte le aspettative sono state ampiamente superate. C'era gente da ogni parte del paese, Montevideo, Canelones, Minas, Pysandú. Cinque associazioni della collettività italiana ci hanno accompagnato. Far conoscere la bagna cauda è anche un modo per riscattare la nostra cultura e noi non pensiamo solo a quella piemontese ma più in generale a quella italiana come abbiamo inserito nel nostro slogan sotto il logo. Cercheremo di portare avanti questi obiettivi approfittando anche del fatto che adesso, dopo la pandemia, la gente ha voglia di riunirsi e partecipare".