Di Matteo Forciniti
Cinquemila euro per rifarsi l'immagine con un progetto incentrato sulla comunicazione on line: è questa la priorità del Comites di Montevideo tornato a riunirsi pochi giorni fa dopo 3 mesi di letargo. A raccontare quella che al momento è solo una proposta verbale che sarà dettagliata più avanti sono i consiglieri delle due liste di opposizione Rinnovo e Unitalia.
Tale proposta è stata comunicata nel corso dell'ultima seduta "clandestina" dell'organismo dato che -a differenza della prassi abituale in vigore in passato- Gente d'Italia non è stata invitata a partecipare nonostante queste sedute siano pubbliche. Uno sfregio punitivo vero e proprio reso ancora più grave dal contenuto in questione: perché quando si parla di spendere una cifra consistente di soldi pubblici viene nascosta la possibilità di informare all'unico organo di stampa presente in Uruguay colpevole solo di aver fatto il proprio lavoro? A chi fa comodo cercare di nascondere decisioni così importanti cercando di occultarle ai cittadini? Dov'è finita la trasparenza?
Forte è il sospetto che l'esigenza di promuovere l'immagine del Comites sia in qualche modo legato alla politica locale dato che l'organismo della collettività è finito sotto il controllo del Partido Nacional che pensa già a come mantenesi al potere in vista delle elezioni presidenziali del 2024.
Come spiegano i due consiglieri Alessandro Maggi e Fabrizio D'Alessandro, il progetto è stato presentato solo verbalmente e in linea generale dall'esecutivo. È stato approvato nella sua prima tappa preliminare prevedendo in futuro la creazione di un sito web e la gestione dei profili social Facebook, Twitter e Instagram.
I 5mila euro in questione sono il frutto di un progetto inerente alla passata gestione che però non si è mai riuscito a concretare. Presentata al pubblico alla fine del 2019, l'iniziativa originaria che aveva ricevuto il finanziamento del Ministero degli Esteri consisteva in una ricerca sociologica sulla nuova emigrazione poi naufragata a causa dello scontro interno tra le fazioni di Filomena Narducci e quella di Renato Palermo. Se all'epoca fu una figuraccia, questa storia a breve potrebbe trasformarsi in una farsa dalle conseguenze ancora più gravi. Insomma, il Comites deve spendere questi soldi ma per farlo occorre che ci sia un progetto specifico, la spesa non può avere altre giustificazioni.
"Che il Comites abbia l'esigenza di comunicare con la collettività è giusto ma non in questo modo" ripetono i due consiglieri delle due liste di opposizione che hanno manifestato la loro contrarietà specialmente al fatto della mancanza di un documento scritto, ovvero la presentazione ufficiale che un progetto del genere richiederebbe.
"Io sono giovane e so quanto possano essere utili i social però prima di approvare qualcosa c'è bisogno di conoscere bene tutti i dettagli, sapere i motivi e gli obiettivi di una spesa molto importante che a noi fino ad ora non è stata data" afferma il consigliere Fabrizio D'Alessandro della lista Rinnovo sottolineando anche le responsabilità del fallimento del vecchio progetto: "Il problema è che non si doveva arrivare fino a questo punto, purtroppo la ricerca sulla nuova emigrazione è naufragata a causa dei personalismi inutili e adesso, oltre a chiedere chiarimenti all'attuale esecutivo, bisognerebbe fare anche autocritica".
Alessandro Maggi della lista Unitalia rincara la dose: "Sinceramente, siamo rimasti molto sorpresi da un'iniziativa del genere, neanche il presidente Micucci aveva qualcosa di concreto. A essere precisi il contributo che viene dato ogni anno al Comites prevede un capitolo specifico sulle spese di questo genere e quindi non sarebbe necessario presentare un progetto specifico. Siamo assolutamente d'accordo sull'importanza della comunicazione ma presentare qualcosa in questo modo è insostenibile e quasi certamente il Ministero degli Esteri lo boccerà. Anche il capo della cancelleria consolare Alessandra Crugnola ha fatto questa osservazione nel corso della seduta. Personalmente, penso che queste risorse debbano essere spese per come erano le motivazioni originarie con una ricerca".
Oltre alla critica sulla modalità in cui è stato presentato il progetto, i consiglieri di minoranza del Comites manifestano la loro contrarietà anche sull'esclusione punitiva nei confronti di Gente d'Italia e promettono di intervenire al riguardo protestando nel corso della prossima seduta. Anche se dovrebbe intervenire l'ambasciata fino a questo momentio latitante......
"Le riunioni del Comites sono pubbliche ma è auspicabile che venga data massima diffusione per invitare la cittadinanza a partecipare" sostiene D'Alessandro. "Quello che è stato fatto è stato molto strano, tra l'altro anche i presidenti degli enti di assistenza su cui bisognava discutere per i pareri negli altri ordini del giorno erano assenti. Spero che il tutto sia stato causato solo da una grossa confusione".
"Una scelta davvero incomprensibile" commenta Maggi che in passato ha ricoperto la carica di presidente dell'organismo e conosce bene i meccanismi preparatori. "A tutte le sedute del Comites Gente d'Italia è stato sempre invitato: è l'unico organo di informazione presente in Uruguay, tra i pochi rimasti per gli italiani all'estero che ha sempre dato diffusione alle iniziative della collettività. Non si capisce quindi che cosa sia successo. È per questo motivo chiederemo chiarimenti nella prossima seduta".