La FILEF, nata oltre 50 anni fa su iniziativa di Carlo Levi e di altri esponenti del mondo culturale, sociale e politico italiano per difendere i diritti dei migranti e favorirne l’integrazione nei paesi di accoglienza, si prepara, con il suo undicesimo congresso, ad un fondamentale rinnovamento della sua organizzazione e del suo modo di lavorare, mantenendo fermi i principi che l’hanno ispirata:

  • -  I fenomeni migratori di necessità, quando non sono causati da catastrofi ambientali, sono il risultato di sviluppo ineguale e di trasferimento non compensato di risorse tra aree diverse, secondo la logica di concentrazione e valorizzazione capitalistica.
  • -  La FILEF, oltre a difendere i diritti delle persone, si batte per i diritti di tutti i territori intesi come ecosistemi naturali e antropici da tutelare e salvaguardare in una prospettiva di sviluppo equilibrato e sostenibile socialmente e ecologicamente. La FILEF è un’organizzazione internazionalista ed ecologista.
  • -  I diritti rivendicati nei territori di arrivo vanno parimenti rivendicati nei territori di partenza.
  • -  La FILEF si batte per un cambiamento sistemico, per la riduzione della concentrazione della ricchezza e per la sua ridistribuzione; per il rispetto dell’autodeterminazione dei popoli e dei diritti umani; per la pace, la cooperazione internazionale, contro l’intrusione imperialista negli affari interni dei paesi e per un nuovo ordine multipolare, richiamandosi al rispetto dei principi della Costituzione italiana e della Carta delle Nazioni Unite.

    La nostra Organizzazione

    La FILEF intende:

  • -  Superare lo schema organizzativo Centro/Periferie e Italia/paesi di emigrazione per sviluppare una struttura a rete, più adeguata ad affrontare le sfide del ventunesimo secolo.
  • -  Introdurre stabilmente al proprio interno la parità di genere come principio portante dell’organizzazione e del modo di lavorare; adoperarsi per rimuovere i pregiudizi e gli ostacoli legali che ne impediscono la piena realizzazione, valorizzando e riconoscendo appieno, senza distinzione di genere, il lavoro riproduttivo e di cura.
  • -  Raggiungere nella sua organizzazione interna la parità di rappresentanza tra emigrati ed immigrati.
  • -  Lavorare per favorire l’accoglienza e la piena integrazione delle persone migranti nei paesi di arrivo, cooperando con le istituzioni locali e le altre comunità già presenti, senza perdere di vista le specifiche rivendicazioni dei diritti dei concittadini emigrati e delle loro famiglie verso l’Italia, la prospettiva del rientro e la continuità di rapporti e relazioni con i luoghi di origine.
  • -  Riaffermare la sua autonomia dai Partiti e costruire un rapporto di confronto, interlocuzione e collaborazione con le istituzioni per il riconoscimento dei diritti e delle opportunità rappresentate dai migranti; l’obiettivo è costruire un mondo fondato su nuovi equilibri sostenibili che liberi le persone dal ricatto e dalla paura di guerre e violenze.
  • -  Ribadire il suo impegno nel costruire e rafforzare una rete sia in Italia che all’estero, per condividere e sostenere prospettive unitarie con il mondo sindacale, associativo, istituzionale e delle imprese, cosciente che solo nell’impegno comune si potranno ottenere migliori condizioni per le cittadine e i cittadini, inclusi i migranti.
  • -  Sostenere il consolidamento delle sue strutture a livello regionale in Italia; l’associazionismo regionale, in fase di ripresa e rinnovamento, rappresenta uno strumento sempre più importante a cui fanno riferimento i cittadini migranti all'estero e allo stesso tempo ci consente di interagire con le comunità immigrate in Italia. Nel processo di consolidamento vanno coinvolte le realtà associative esistenti a livello territoriale e gli enti locali di prossimità.
  • -  Favorire lo studio, la conoscenza e la comprensione dei movimenti di liberazione indigena, dei loro rapporti con il fenomeno della migrazione e analizzare i possibili futuri sviluppi in un’ottica di interscambio fecondo tra Nord e Sud del Mondo

    Attività e Progetti

    La rete FILEF va rafforzata attraverso:

    • -  Concretiprogrammidilavorochesviluppinoneidiversicampi,pratichecomunidisupportoe sostegno ai migranti, in collaborazione con gli altri enti, associazioni e sindacati presenti a livello territoriale e attivi nel mondo delle migrazioni.
    • -  Ilpotenziamentodellacomunicazioneassociativa,sviluppandosialapartewebchesociale gli strumenti di Radio MIR, Emigrazione Notizie e Cambiailmondo, mettendo a valore l’estensione della rete di contatti disponibili e dei siti associativi già esistenti. La creazione di partnership con testate giornalistiche e in generale media affermati a livello nazionale per portare all’attenzione dell’opinione pubblica la questione degli italiani all’estero e creare un canale di dialogo tra le realtà oltre confine e il pubblico italiano.
    • -  L’offerta ai cittadini migranti di un nucleo di servizi supportati da una rete di Osservatori/ Centri servizi-orientamento in grado di erogare, non solo sul web, informazioni sui mercati del lavoro locale, nazionale e regionale, sulle diverse legislazioni su: inserimento lavorativo, educazione e formazione, creazione di lavoro autonomo e microimprese, supporto legale in Italia e all’estero, tutela e accompagnamento.
    • -  Il consolidamento e l’ampliamento dell’attività del Comitato Tecnico-Scientifico, composto da figure di riconosciuta competenza settoriale per proseguire nella elaborazione delle proposte della FILEF e per favorire la creazione di progettualità.
    • -  La promozione, raccolta e diffusione delle testimonianze dirette del mondo delle migrazioni che è fondamentale per valorizzare l’esperienza delle mobilità e per capirne lo sviluppo. Per

tale motivo va rilanciato lo storico Premio Conti, che ha raccolto straordinarie esperienze vissute, saggi, studi e ricerche dei e sui migranti fino a pochi anni fa.

Le Proposte

In tutto il mondo è in vertiginoso aumento il flusso di persone migranti a causa dell’acuirsi dei mutamenti climatici, delle guerre, dei conflitti interni ed esterni. L’Italia non fa eccezione. Negli ultimi quindici anni, secondo l’Istat oltre un milione di persone sono espatriate (secondo altri istituti di ricerca almeno 2 milioni), aggiungendosi ai 60-80 milioni di italo-discendenti nel mondo e ai milioni di persone emigrate lungo le direttrici interne sud-nord e aree interne-città.

La FILEF chiede che la legislazione locale e internazionale si adegui a questi cambiamenti favorendo la partecipazione sociale e politica dei migranti nei diversi paesi, garantendone il diritto di voto a livello locale, regionale e nazionale, eliminando le condizioni di discriminazione che causano marginalità sociale e ipersfruttamento lavorativo, favorendo l’acquisizione della cittadinanza e i diritti civili e politici.

La FILEF riafferma:

  • -  il diritto dei cittadini italiani nel mondo di mantenere vivi i rapporti con la società e la cultura di origine e ribadisce il dovere istituzionale di fornire servizi e supporto, compreso un efficiente servizio consolare;
  • -  il diritto delle comunità emigrate in Italia di partecipare ai processi di rappresentanza nei luoghi dove vivono e lavorano;
  • -  che ogni proposta di riforma delle leggi che regolano l’attribuzione della cittadinanza e del diritto di voto debba partire da una visione d’insieme dei fenomeni migratori, coniugando i diritti di emigrati e immigrati;
  • -  che non è più rinviabile una profonda riforma del sistema di rappresentanza: va ridisegnato e potenziato il ruolo, le funzioni e prerogative dell’istituto dei Comites e del Cgie, mentre vanno creati o rafforzati sistemi di rappresentanza delle comunità immigrate;
  • -  che va riequilibrata la proporzionalità della rappresentanza rispetto all'entità dell'emigrazione italiana nel Parlamento. Il voto degli emigrati deve essere presente non solo nel Parlamento, ma anche a livello regionale e comunale con apposite misure che favoriscano la partecipazione. A questo proposito è di fondamentale importanza l’introduzione di una partecipazione digitale, in tutti i momenti del processo elettorale, da affiancare agli attuali sistemi di partecipazione;
  • -  che in un processo di emigrazione di lunga durata vanno create e rafforzate le relazioni e le interlocuzioni politiche e istituzionali con le realtà locali e va favorita la partecipazione piena alla vita civile, sociale e politica nei paesi di residenza;
  • -  che va cioè reso concreto l'art. 35 della nostra Costituzione che "riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell'interesse generale, e tutela il lavoro italiano all'estero";
  • -  che vanno varati e consolidati programmi che favoriscano il rientro e la messa in rete delle competenze acquisite in emigrazione, non solo con incentivi fiscali, ma adeguando il livello dei servizi e dei salari almeno alla media europea;
  • -  che le comunità migranti non sono un corpo separato nella società. Una piena integrazione potrà dare un contributo rilevante al successo di vertenze locali e globali;
  • -  che solo una sviluppo armonico e cooperativo tra aree geografiche e territori potrà ridurre e eliminare la migrazione forzata e di necessità. Risultano di fondamentale importanza misure universali di sostegno al reddito, di welfare e di eliminazione della precarietà lavorativa;
  • -  che i processi di globalizzazione economica e i processi di digitalizzazione, se non sfruttati per accrescere i profitti e i consumi di pochi privilegiati, contengono enormi potenzialità: per migliorare la salute della popolazione a livello mondiale, combattere insieme i rischi di pandemie, eliminare la mortalità infantile, incentivare la collaborazione tra scienziati e ricercatori, gli scambi culturali, trovare soluzioni comuni per rendere ecologicamente e socialmente sostenibile la vita di tutti gli esseri umani;
  • -  che i tempi sono maturi per indire al più presto la IV° Conferenza Mondiale dell’Emigrazione.

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    Fin dalla sua nascita la FILEF ha dato un importante contributo alle rivendicazioni degli emigrati italiani e alle opportunità connesse alla interculturalità. Negli ultimi decenni, in diverse regioni, ha saputo trasferire l’esperienza acquisita in emigrazione a favore degli immigrati in Italia. Lo ha fatto non solo a parole, ma definendo ed attuando concrete pratiche e interventi esemplari in diversi ambiti e territori.

    Con il ripartire della nuova emigrazione ha proposto ai forum associativi, alle forze sociali e politiche, alle istituzioni, un quadro di interventi che sono stati in gran parte acquisiti dal Cgie e riconfermati nella Conferenza Stato-Regioni-Prov.Autonome-Cgie svoltasi a fine 2021, ivi inclusa la proposta di inserire la dimensione migratoria negli interventi del PNRR.

    La FILEF richiama il Parlamento, il Governo, le istituzioni centrali e regionali a prendere finalmente atto del quadro analitico e di proposte riaffermato in tali contesti (a cui si rimanda per una più dettagliata illustrazione) e ad adoperarsi per renderlo immediatamente praticabile con concrete misure legislative, ove necessarie, e con l’utilizzo di programmi operativi a capo di Ministeri e di Assessorati regionali competenti per materia, utilizzando i fondi nazionali e comunitari.

    Nello specifico e seguendo lo schema dei documenti acquisiti dalla citata Conferenza, anche in riferimento ai consistenti flussi di nuova emigrazione dall’Italia, la FILEF ritiene che una seria e corretta politica verso l’emigrazione italiana debba saper coniugare la dimensione dei Diritti (delle persone e dei territori) con quella delle Opportunità che derivano dalla presenza di milioni di italiani all’estero e degli immigrati sul territorio nazionale, a cui può applicarsi la medesima logica, salvo la specificità di diverse problematiche e criticità.

    In riferimento alla dimensione dei Diritti, gli obiettivi sono:

• Garantire una libertà di movimento responsabile adeguando le legislazioni nazionale, regionali e comunitaria per l’emigrazione e la mobilità, attraverso servizi di informazione, formazione, orientamento e accompagnamento alla partenza e all’arrivo per i singoli, per le famiglie, per i figli al seguito.

  • Garantire il Diritto al mantenimento dell’identità culturale italiana dei figli a seguito delle famiglie migranti e il loro diritto ad una positiva integrazione nei paesi di arrivo.
  • Garantire i Diritti del lavoro, previdenziali e di tutela, sanitaria, ecc., ampliando i servizi di assistenza ottimizzando la collaborazione con tutti gli attori territoriali, presenti e futuri.
  • Garantire il Diritto di reinserimento/integrazione al rientro attraverso programmi specifici di informazione, formazione, orientamento.

    In riferimento alla dimensione delle Opportunità, gli obiettivi sono:

  • Mantenere relazioni stabili e non episodiche con la nuova emigrazione e con le più recenti generazioni, attraverso la programmazione e realizzazione di interventi mirati in alcuni ambiti prioritari: culturale, sociale, economico, ricerca, formazione.
  • Sviluppare reti di interazione sociale, culturale, economica per lo sviluppo delle aree di esodo coinvolgendo gli attori locali e quelli presenti all’estero.
  • Incentivazione al rientro e al reinserimento di emigrati come fattore di contrasto al declino demografico e come sostegno allo sviluppo locale che possa contare sulle competenze acquisite all’estero.
  • Varare programmi e progetti concependo nuova emigrazione e nuove generazioni stabilizzate all’estero, come agenti di internazionalizzazione e di cooperazione internazionale, a favore del sistema paese e dei sistemi produttivi regionali, in una prospettiva di cooperazione con i paesi di residenza.

    *) Le risorse cui fare riferimento per l’attuazione di tali programmi sono quelle della programmazione europea, nazionale, regionale e quelle previste per le diverse Missioni in cui si articola il PNRR.

    In riferimento alla dimensione della Rappresentanza, dei diritti civili e politici dell’emigrazione, gli obiettivi sono:

    - Riequilibrare la presenza di parlamentari della Circoscrizione Estero in proporzione alla crescita della presenza italiana all’estero, a salvaguardia del principio costituzionale di eguaglianza del voto; in alternativa, modificare la Legge 459 facendo votare gli italiani all’estero sui collegi nazionali con garanzia di candidati e di eletti residenti all’estero, in proporzione alla consistenza dello stock emigratorio.

    - Riformare gli istituti di rappresentanza (Comites e Cgie) attribuendo maggiori poteri e risorse sulla falsariga della proposta di modifica elaborata dal Cgie nel 2018 e nel contempo rafforzandone la partecipazione e il controllo democratico. Riguardo al Cgie, nell’ipotesi di una cancellazione della Circoscrizione Estero e del voto politico dall’estero sui collegi nazionali, riformare il Cgie in istituto di rappresentanza della “regione estero” con poteri ed autonomia analoga ai Consigli regionali in Italia.

    Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo lavorare INSIEME per orientare il futuro!