Palazzo Chigi bis? No grazie. E sulla Russia indietro non si torna. Parole e musica di Mario Draghi, in quella che, a conti fatti, potrebbe anche essere una delle sue ultime conferenze stampa da premier. Presentando il nuovo decreto Aiuti, ieri, l’ex “numero uno” della Bce ha fatto il punto della situazione e, pur provando a rimanere bipartisan, ne ha approfittato per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
A partire dalla volontà di non volersi più ricandidare a capo dell’esecutivo. Fino a rivendicare quanto di buono fatto alla guida dell’esecutivo. Sul caro bollette, ad esempio, Draghi ha rivendicato di aver stanziato 31 miliardi, senza fare quello scostamento da 30 che pure Matteo Salvini gli aveva chiesto insistentemente. “Il prossimo governo dovrebbe continuare su questa linea” ha detto il premier ribadendo che "non c'è motivo che si discosti" da questo percorso "se c'è crescita accompagnata da equilibrio".
Inevitabile poi rispondere alle domande sul “Russiagate”, la vicenda dei presunti fondi del Cremlino ad alcuni partiti di casa nostra, dopo che due giorni fa l’ex superbanchiere ha sentito telefonicamente il segretario di Stato Usa Antony Blinken. "Mi ha confermato - ha rivelato - l'assenza di forze politiche italiane nella lista dei destinatari di finanziamenti", pur riservandosi di fare altre verifiche. E comunque, ha però aggiunto: "la democrazia italiana è forte, non è che si fa battere da nemici esterni e dai loro pupazzi prezzolati".
In ogni caso, tirato per la giacca dai cronisti, pur senza citarlo direttamente, una punzecchiatura al segretario del Carroccio Lega sui rapporti con Mosca non se l’è risparmiata: "C'è quello che parla con i russi? C'è anche lui, ma la maggioranza degli italiani non lo fa". Per questo ha ammesso di non condividere "visioni negative" sul futuro anche se, a proposito della guerra in Ucraina, ha raccomandato di essere trasparenti "nei rapporti internazionali”. “Ci vuole coerenza nelle posizioni internazionali, non capovolgimenti o giravolte" ha quindi aggiunto, questa volta mettendo nel mirino delle critiche sia la Lega che i 5 stelle.