Mancano 6 giorni alle politiche del 25 settembre, quando milioni di italiani, compresi quelli all’estero, saranno chiamati a eleggere il nuovo parlamento della Repubblica Italiana. Una campagna elettorale iniziata con il caldo asfissiante di questa estate, sta per concludersi e i leader dei vari schieramenti rilanciano i punti dei loro programmi, senza mai far mancare critiche nei confronti degli avversari. Tutti in questa ultima settimana di campagna elettorale mirano allo stesso obiettivo, quello di convincere il partito più grande del paese, gli indecisi e coloro che hanno credono di non andare a votare. Il futuro delle elezioni del 25 settembre è tutto lì. Questa è la strategia del segretario del Partito democratico, Enrico Letta, che sta cerando di colmare il divario che lo separa da Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. “Il futuro non è scritto, puntiamo sugli indecisi”, ha infatti detto il segretario Dem, che critica aspramente anche l’adunata della Lega a Pontida. Non solo, Letta punta il dito anche nel sostengo che gran parte della destra ha riservato al primo ministro ungherese Orban. “Non vogliamo un paese che strizza l’occhio a Orban e Putin; Pontida oggi è una provincia dell’Ungheria”. Sul tema della possibile rimonta del centro sinistra, è intervenuto anche il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, che con un tweet si rivolge proprio a Letta, “Facciamo sempre più squadra, insieme e uniti è possibile una rimonta sorprendente. La destra non ha vinto. Con Meloni, Berlusconi e Salvini si rischia una catastrofe economica. Il voto utile esiste ed è alla coalizione progressista. Ora il colpo di reni finale”. Meloni, come sempre, punta tutto sul suo patriottismo, cercando di smarcarsi dalle critiche ricevute per l’appoggio all’Ungheria, “Io non seguo nessuno, guardo solo agli interessi dell’Italia”, ha detto il leader di FDI, che poi è tornata sull’argomento aborto. "Non ho mai detto di voler cambiare la legge 194, si deve applicare. Vorrei aggiungere diritti”. Se Carlo Calenda, leader di Azione, entra nel dibattito sul caso Orban, “Stare con Orban contro Francia e Germania è esattamente il contrario rispetto alle esigenze che ha l’Italia di un ancoraggio saldo all’Unione Europea”, il suo alleato Matteo Renzi di Italia Viva apre a distanza una polemica con Giuseppe Conte del M5S. Renzi ha infatti accusato Conte di avere un linguaggio politico di stampo mafioso, “Conte dice a Palermo Renzi venga qui senza scorta a dire che vuole togliere il reddito di cittadinanza. Si deve vergognare perché inneggia alla violenza. È un mezzo uomo, usa un linguaggio da mafioso della politica”, spiega Renzi. L’esponente del M5S aveva, infatti, precedentemente dichiarato, “Renzi venga senza scorta a parlare con i cittadini a parlare ed esporre le sue idee. Dica che in Italia non serve un sistema di protezione sociale. Venga a dirlo e non si nasconda”.