di Paolo Riccio
Lo scorso sabato 17 settembre è stato presentato a Roma, presso il Museo nazionale romano, il gruppo scultoreo Orfeo e le Sirene che è rientrato in Italia dagli Stati Uniti d'America. L'opera sarà esposta al Museo dell'arte salvata interno al museo sopra citato e sarà possibile visitarla fino al 15 ottobre 2022, dopodiché sarà trasferita a Taranto, presso il Museo archeologico nel quale farà parte della collezione. Grazie alla difficile e articolata attività investigativa di diverse forze in campo, quali i Carabinieri della Sezione archeologia del reparto operativo del Comando per la tutela del patrimonio culturale, coordinata dalla Procura della Repubblica di Taranto, in collaborazione con il District Attorney's Office di Manhattan e lo Homeland Security Investigations negli Usa, si è riusciti a rimpatriare l'opera.
Si tratta di un gruppo in terracotta, a grandezza quasi naturale, risalente al IV secolo a.C. che fu trafugato negli anni Settanta da un sito archeologico tarantino e fu poi acquistato dal The Paul Getty Museum di Malibu. Dopo il periodo di esposizione a Roma, il gruppo farà rientro nella sua terra d'origine al MarTa. Il ministro della Cultura Dario Franceschini, presente all'evento, ha dichiarato: "Ancora un importante rientro di uno straordinario capolavoro d'arte che era stato illecitamente sottratto al patrimonio dello Stato italiano. Un ringraziamento al Comando Carabinieri per la tutela patrimonio culturale, che anche in questa occasione, grazie alla forte collaborazione con le autorità e le forze di polizia americane, ha consentito il rientro in Italia del capolavoro. Un grazie anche alle autorità italiane, in particolare alla Procura di Taranto".
Ha proseguito poi il direttore generale musei Massimo Osanna: "Un recupero straordinario di un capolavoro unico dell'arte greca. Il gruppo scultoreo rappresenta un mito antico e forse adornava la tomba di un adepto ai misteri orfici, colui che, conducendo una vita in purezza, assicurava all'anima una sopravvivenza ultraterrena. Le sirene, che guardano Orfeo, non sono come le immaginiamo oggi, ovvero donne con il corpo di pesce. Sono rappresentate come figure ibride di donna e di uccello, secondo l'iconografia più antica, che verrà superata da quella a noi più familiare soltanto nel Medioevo. Il gruppo era originariamente dipinto, e possiamo ipotizzare che, grazie alla pittura, vi fosse un intenso gioco di sguardi tra le sculture, che costituiscono davvero un esemplare unico perché raramente una scena mitica come questa veniva rappresentata in terracotta, non abbiamo paralleli nel mondo antico"