Franco Esposito
Fanno asse Firenze e Napoli. Vanno a formare una rete di sindaci che promette di restare unita. E di lavorare insieme. Proprio così, insieme, d'amore e d'accordo, indipendentemente dall'esito delle elezioni di domenica. L'intesa è stata raggiunta a Napoli, in un salone dell'hotel Terminus, a due passi due dalla stazione centrale. Protagonisti i primi cittadini di Firenze e Napoli, Dario Nardella e Gaetano Manfredi. Nasce un patto, e sembra una cosa davvero molto seria.
L'impegno reciproco è di "rafforzare l'asse Firenze-Napoli, spingendo su una maggiore collaborazione tra le due città": Punto di partenza il cosiddetto patto in nome di "Pedro di Toledo", finalizzato al raggiungimento di un accordo globale su turismo, cultura e moda. A Napoli l'ufficializzazione del piano avviato a Firenze lo scorso febbraio.
Firenze ha confermato questa estate il boom in materia di turismo. Un risultato scontato, ma non nella misura in cui è maturato, sotto la costante minaccia dei rigurgiti da Covid. Da parte sua, Napoli ha sbriciolato tutti i primati precedenti nel campo delle presenze turistiche in città. Turisti italiani e visitatori stranieri l'hanno presa letteralmente d'assalto. Gioielli turistici autentici sono Firenze e Napoli.
Ma il gemellaggio con Nardella non è l'unico a cui lavora il sindaco di Napoli. Una collaborazione con Bologna è stata avviata pochi giorni fa, l'8 settembre. Ne hanno parlato Manfedi e il primo cittadino del capoluogo dell'Emilia Romagna, Matteo Lepore. Il patto tra due progressisti mira a riunire il Nord e il Sud e a ricompattare il centro-sinistra. Impresa, questa, che appare piuttosto ardua. Se non impossibile. Manfredi e Lepore comunque ci provano, a loro va il più cordiale e grande in bocca al lupo.
Eletti con percentuali fortissime, addirittura travolgenti, grazie all'alleanza Pd-M5S, Manfredi e Lepore portano avanti l'idea-invito "a ritrovare l'unità smarrita, per riunire il centrosinistra dopo le elezioni". Il punto di partenza è rappresentato dalle questioni sociali. Ovvero dal tentativo di dare risposte concrete alle richieste dei cittadini. Tema indubbiamente molto interessante, ma non nuovo. In Italia se ne parla praticamente dalla notte dei tempi.
Cresce intanto l'allarme per il caro energia. Manfredi e Nardella chiederanno aiuti al governo e anche lo stop dei cantieri per l'impossibilità di acquistare il materiale necessario. La minacciosa ipotesi è questa: l'incremento dei costi energetici passerà da 41.2 milioni del 2021 a circa 66 milioni nel 2022. Il sessanta per cento in più, con ricaduta negativa ovviamente anche su turismo e cultura. Lo Stato finanzia attualmente il Comune di Napoli per circa 9-12 milioni.
Laddove, in ambito culturale, il legame nuovo che unisce Firenze e Napoli, fa bene al cuore un importante recupero in materia di arte. Quello di un dipinto di Luca Giordano, esimio rappresentante della pittura napoletana. Custodito nella Cappella di Sant'Agnese, da anni in pessime condizioni, il San Gennaro dei Girolamini è stato restituito alla sua antica bellezza da un finanziamento Airbonus. Lo strumento del Mic che invita a finanziare beni e attività culturali "in cambio di agevolazioni fiscali".
Ha consentito il restauro totale dell'opera di Luca Giordano la cifra donata da un privato. L'industriale vinicolo Mastroberadino, titolare di un'azienda agricola. Settemila euro la cifra investita, più 25mila da parte appunto di Mastroberardino. L'opera è datata intorno al 1967.
Luca Giordano si sarebbe ispirato al dipinto precedente di Artemisia Gentileschi, il "San Gennaro a Pozzuoli", tuttora esposto nel duomo della città flegrea. Citato in tutte le antiche guide di Napoli, il quadro in olio su tela sarà visibile con un'apertura straordinaria del complesso dei Girolamini da oggi alle 17. Ingresso contingentato da via Duomo 146.
La notizia è grossa, non solo per l'importanza del dipinto recuperato grazie soprattutto all'intervento di un munifico privato. Lo spettacolare complesso dei Girolamini, con annessa splendida biblioteca, è chiuso da anni, a significare un paradosso e un limite di Napoli. Ma la notizia è anche un'altra: nei prossimi giorni saranno previste ulteriori visite al complesso monumentale dei Girolamini. A partire dalle prossime Giornate del patrimonio, sabato e domenica. Sarà la prima volta dopo il restauro della ricchissima biblioteca dei Padri oratoriani. La sala rimasta sigillata per dieci anni a causa dei ripetuti furti di pregiati libri antichi avvenuti nel 2012. Chi il mariuolo? Massimo De Caro, direttore della biblioteca, poi condannato.
A Napoli accade di tutto. Cose meravigliose e squallidi episodi come questo.