Gente d'Italia

Vi racconto 16 anni di brogli elettorali in America Latina

di Stefano Casini

Premetto che non farò nomi in questo articolo. Semplicemente vi voglio raccontare varie situazioni vissute, in prima persona, negli ultimi 16 anni di elezioni politiche per gli italiani all’estero, da quando, furono accettate , attraverso un cambio costituzionale voluto con le migliori intenzioni da un lottatore politico, per me, senza colori politici, come Mirko Tremaglia.

Già, nel 2006, in occasione delle prime elezioni politiche all’estero, anche se in America Latina, non si scoprì nulla di irregolare, in Europa qualcuno si fece passare come residente all’estero e rubò voti per finire in tribunale. 

In Sudamerica, le prime storie “irregolari” cominciarono quando cadde il governo Prodi, nel 2008 e si andò di nuovo alle urne. Aldilà del “tradimento” di un giovane parlamentare nei confronti del suo “mentore” politico per decenni, che fu uno dei principali responsabili della caduta di Prodi, ci sono state altre fortissime irregolarità. 

Ricordiamo che l’ex giovane traditore, grazie al suo mentore era arrivato a Presidente del COMITES, della CAVA e quindi eletto nel 2006 nella Circoscrizione America Latina come Deputato, grazie all’appoggio del Senatore che lo aveva formato, ora scomparso.

Sempre nel 2008, un broglio elettorale immenso lo riuscii a presenziare. Mi trovavo nell’ufficio di un deputato di destra nella città di Rosario (Argentina) e, mentre stavamo chiacchierando per fare un’intervista per la RAI, il telefono lo interruppe e mi disse: “Aspetta un po’ Stefano che ho in linea un pesce grosso”. Io mi trovavo davanti a lui e gli dissi: “Vuoi che mi allontani così parli tranquillo?” - mentre l’Onorevole mi faceva un cenno di no. Quindi ascoltai la conversazione in diretta e, dopo un minuto, il volto dell’Onorevole cambio e lo sentii gridare: “Senti deficiente, io non ho bisogno delle tue buste per vincere la mia poltrona in Parlamento. Qui mi conoscono tutti, ho fondato Scuole e Associazioni. Non ho bisogno di te”. Passarono 2 minuti e tornò a chiacchierare con me. La mia curiosità di giornalista mi spinse a chiedergli: “ Chi era? Cosa è successo che ti ho visto così incazzato?”.  E mi rispose: “Era questo figlio di una m…….di………che ha la distribuzione dei plichi elettorali qui a Rosario e mi voleva vendere plichi da poter riempire io a 4 Euro l’uno”. No comment!

Sempre nel 2008, anche se non accadde nulla di “troppo” grave, andava di moda di dare una mazzetta ai sindacati dei postini o delle compagnie di distribuzione di plichi elettorali per poi riempirli comodamente in un ufficio o in uno scantinato, come accadde nello stesso Consolato di Buenos Aires con decine di migliaia di buste che furono riempite in “territorio italiano” con l’annuenza dell’allora Console Generale, parente di uno dei candidati al Senato. Nello stesso periodo, il figlio di un amico che dirigeva un settimanale mi disse: “Sai Stefano che mi ha chiamato……………per chiedermi se potevo smuovere i miei contatti con il sindacato dei postini per comprarmi 10.000 buste?”: no comment!!!

Intanto qualche mese dopo le elezioni, mi invitarono nell’Ambasciata italiana di Buenos Aires a partecipare ad una riunione “molto ristretta” con l’Ambasciatore di turno, il Primo Consigliere e l’allora Sottosegretario del MAE per gli italiani all’estero. Mi parve molto strano che non c’era il Console Generale, anche se sapevo del fattaccio delle buste riempite nello scantinato del Consolato. Lo stesso Sottosegretario del MAE disse molto arrabbiato in un momento: “Dobbiamo finirla con queste storie losche di furto dei plichi elettorali: mi incaricherò personalmente di queste inaccettabili frodi elettorali!”

Per le elezioni del 2013, i brogli scesero fortemente e potremmo affermare che si è trattato di elezioni all’estero “quasi normali”. In ogni caso, anche in quel momento, ci furono “eserciti” di impiegati di italiani molto ricchi, che andavano casa per casa per raccogliere plichi elettorali anche pagando certe somme a postini o agli stessi connazionali “menefreghisti”. In tutti i casi, dalle prime elezioni, abbiamo ricevuto sempre, come giornalisti, innumerevoli lamentele di connazionali che non avevano mai ricevuto la busta elettorale (ovviamente ottenuta irregolarmente per riempirla “a casa”. 

Il 2018 è stato un anno da dimenticare, almeno per i candidati dell’Argentina. Anche se, come al solito, furono eletti gli stessi del partito all’estero più forte, che è argentino, un candidato al Senato di un partito locale, è andato troppo lontano nei brogli. Ha raccolto circa 20.000 plichi elettorali per farsi nominare Senatore. Prima di assumere come Senatore di un partito locale, si produsse già un tradimento. passando a formar parte di un altro partito, per il semplice fatto che quest’ultimo gli promise una commissione al Senato facendogli guadagnare circa 4.000 euro in più di stipendio. 

Si tratta di un fatto storico che noi di GENTE D’ITALIA abbiamo aiutato a far conoscere in tutto il mondo, con il risultato di farlo “licenziare” vergognosamente per essere quindi messo al suo posto il Senatore Fabio Porta che, in realtà aveva ottenuto più voti, siamo in grado di dare il nome del “Capo dei brogli” Adriano Cario!

Ora, nelle ultime elezioni abbiamo avuto altri brogli…..ma questa volta, fatti così male, che, ormai, i partiti italiani di tutti i colori, stanno pensando seriamente in toglierci il voto. 

Non è possibile stampare plichi con errori grammaticali o “viralizzare” video su internet dove si mostra come si vota tale partito con il certificato elettorale di uno sconosciuto/a, senza considerare le migliaia di mails inviati ai nostri connazionali, scritti, in spagnolo facendo vedere come si deve votare tale partito. Insomma, fatti ridicoli o quasi innocenti, ma gravissimi, che hanno, di nuovo, smosso le acque politiche italiane e chi stanno pagando i piatti rotti, sono quei pochi candidati seri e onesti che, invece di pensare soltanto negli stipendi da 25.000 Euro al mese, pensano anche negli italiani all’estero.

Purtroppo tutti questi fattacci, li ho vissuti in prima persona e sono convinto che ci toglieranno molto presto il voto all’estero: troppi brogli, troppi delinquenti fra questi nostri rappresentanti!

STEFANO CASINI

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