di Lucio Fero
Quotidiani sponsor da sempre della Destra finalmente vincente (a proposito, sarebbe proprio cosa utile e giusta smetterla con la dizione superata e smentita dai fatti di Centro-destra per passare a quella reale e ratificata dal voto di Destra-Centro) hanno titolato "Liberi!". Liberi da quel che c'era prima vissuto come oppressivo e oppressore. Contemporaneamente gran parte dell'elettorato che ha premiato Giorgia Meloni lo ha fatto correndo sul binario di un pensare così: proviamo, tentiamo anche questa. Tentare per cosa? Per cambiare tutto ovviamente. E in effetti se non tutto molto cambia: il governo, i ministri, il Parlamento e poi via fino alle nomine istituzionali e manageriali se pubbliche e poi via ancor più giù, fino ai capi redattori e perfino fino ai programmisti in Rai...Cambia anche la cultura di chi governa e decide e non è poca cosa. Cambia molto, anche se le elezioni non sono mai quel cambia tutto che l'opinione pubblica spesso affannosamente cerca, salvo poi dolersene dopo averlo ottenuto, dolersene sotto forma di delusione. La delusione...quasi sempre la constatazione che il voto cambia tutto non cambia però la realtà.
Ad esempio i 40 miliardi - Il Sole 24 Ore fa i conti, conti peraltro noti: per restare come stiamo, per restare là dove l'elettorato si è mostrato insoddisfatto, per restare alla rivalutazione delle pensioni secondo inflazione da gennaio, agli sconti di Stato sui carburanti, ai sussidi e calmieri di Stato sul prezzo del gas, ai contratti per gli statali già quasi definiti, alle spese già sottoscritte ci vogliono circa 40 miliardi di euro. Che nessuna votazione, percentuale, attribuzione di seggi, volontà popolare possono far nascere dal nulla. Il voto fa tante cose, ha tanti poteri ma quello di trasformare l'acqua in vino non ce l'ha. Grandissima parte della pubblica opinione è certa e convinta che il voto e poi il governo e quindi il Potere possano fabbricare soldi a volontà e, se non lo fanno, è solo perché nemici del popolo. Per quanto e quanti di questo siano sicuri, è un po' come per l'aritmetica: nessun plebisciti di massa potrà mai portare due più due a far cinque. Giorgia Meloni premier e la Destra al governo devono trovare nella realtà 40 mld, qui, oggi, subito. Esattamente come li doveva trovare il governo di prima, esattamente come li avrebbe dovuto trovare il governo di chi ha perso le elezioni qualora le avessero vinte.
40 mld prima di cominciare - Quaranta miliardi prima di cominciare perché nei 40 mld non c'è un euro delle spese per il programma di governo della Destra. Flat tax, cuneo fiscale, quota 41 per le pensioni, cancellazione tasse non pagate...tutto fuori dal conto immediato dei 40 mld. Meloni premier dovrà, prima di cominciare, pagare la tassa della realtà. Molti l'hanno votata per non pagarla, questa e proprio questa tassa. La tassa della realtà, la più evasa da elettorato di ogni partito e da quello di nessun partito.