DI ELIO VITO

 

Dopo cento anni dalla presa del potere da parte del fascismo, la destra, la destra estrema, tornerà a governare l'Italia, nel tripudio inquietante di sovranisti e nazionalisti di mezza Europa, dai quali la stessa Meloni dovrebbe prendere le distanze. Si dirà che la destra l'aveva in passato già portata al governo Berlusconi, è vero ma si trattava di un'altra destra, c'era un diverso contesto e soprattutto quella era una destra alleata in posizione secondaria, non era dominante come oggi.
La responsabilità maggiore del successo della destra la portano i moderati, il cosiddetto Terzo Polo e soprattutto Forza Italia, che avrebbe dovuto allontanarsi da Lega e FdI anziché rivendicare incredibilmente di essere stata e di voler continuare ad essere determinante per la loro vittoria.
Spiace poi che lo spazio enorme, potenzialmente maggioritario, che esiste nel nostro Paese per un fronte repubblicano, liberale, laico, riformatore, non sia stato riempito neanche questa volta a sufficienza, certo per i limiti e le caratteristiche della legge elettorale ma pure per la presunzione e l'incertezza dei suoi modesti interpreti, Calenda e Renzi.

Alla sinistra, a Pd e M5S, onestamente, non si può rimproverare nulla. Sono andati giustamente ed inevitabilmente divisi, hanno preso i voti del loro elettorato ed hanno pure vinto, ciascuno per conto proprio, diversi collegi uninominali, alla Camera ed al Senato. E non è detto che presentandosi insieme ne avrebbero necessariamente  conquistati molti di più. Anzi, un'alleanza del genere avrebbe fatto molto discutere e probabilmente non sarebbe stata compresa e premiata nelle urne. Per certi versi è persino un bene per la nostra democrazia che una forza come il M5S sia andata da sola, quasi a voler rappresentare, da dentro le istituzioni, un'alternativa al sistema dei partiti.

Vinte le elezioni, la destra dovrà governare e non sarà un'impresa facile. Non solo per le difficoltà oggettive, delle quali si ha consapevolezza ma pure per evidenti difficoltà soggettive. È una destra brava a fare campagna elettorale, ad urlare, a mostrare il volto dell'intolleranza verso migranti, stranieri, Europa, giovani che manifestano, donne che abortiscono, comunità Lgbt.
Non sappiamo se capirà che ora ha il compito di rappresentare tutto il Paese, un Paese che in gran parte non si riconosce in lei e non vuole essere rappresentato da lei. Chi governa non deve chiedere collaborazione o comprensione, deve mostrare rispetto. Rispetto delle regole e delle persone, soprattutto di chi la pensa diversamente ed ha il diritto di farlo e di manifestarlo.

Ed anche nei  rapporti internazionali, oggi decisivi, la destra dovrà mostrare di riuscire a compiere un salto di qualità e francamente non sappiamo se ne sarà capace. Dovrà passare dai rapporti amichevoli e cordiali tra i partiti affini di destra ai rapporti ben più complessi tra gli Stati e con le istituzioni sovranazionali. È un salto non da poco, soprattutto di mentalità oltre che di ruolo.
C'è una cosa però, infine, la più importante di tutte, a rassicurarci: la nostra Costituzione. È una Costituzione, che certo la destra può ambire a voler cambiare, ma è la Costituzione sulla quale dovrà giurare ed è una Costituzione che mette al bando il fascismo, che prevede la tutela delle libertà fondamentali e che sancisce l'obbligo del rispetto degli accordi e dei trattati internazionali che l'Italia ha sottoscritto. Non è poco, è tanto. E tanto, per ora, ci basta. Anche perché c'è chi ne è il Garante.