Franco Esposito
Movimento Cinque stelle padrone al Sud. Pure in Sicilia ha sbancato. Se cercate il primo partito nella parte bassa dello stivalone italiano fermatevi in Campania. Dove, si sospetta, andrete a caccia della spiegazione fondamentale prevalente sulle altre: in Campania il Movimento ora presieduto da Giuseppe Conte davanti a tutti, al termine dello spoglio delle schede elettorali. Vasto consneso ha raccolto in Calabria Federico Cafiero De Raho, già procuratore della Dda di Reggio Calabria, candidato del M5S, eletto alla Camera con largo margine.
M5S primo. É un dato di fatto accertato attraverso la lettura dei numeri. Mentre è già cominciata la corsa alle poltrone. I dem hanno perso 800mila voti; il centrodestra con 350 eletti, tra Camera e Senato. 225 deputati e 112 senatori. Il Pd con le scolle in fronte. Prevale in ogni caso la lunga lista di bocciati illustri. Presenti in tutte le liste: Carlo Cottarelli, Sandra Lonardo Mastella, Monica Cirinnà, Umberto Bossi senatur antemarcia e Giggino Di Maio. Ce l'ha fatta Pierferdinando Casini e pure Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto, eletta per la prima volta in Parlamento a Molfetta, in Puglia. Promosso anche Claudio Lotito. E qui verrebbe voglia di dire finalmente: il presidente e proprietario della Lazio eletto in Molise, a Campobasso.
Tra le new entry. Ilaria Cucchi candidata da Sinistra Italiana. Ha vinto il collegio di Firenze. Senza rivali nel collegio uninominale a Marsala la fidanzata del cavaliere Silvio Berlusconi, Marta Fascina. Un fiume di voti, 58mila, pari al 36 per cento. La vittoria della Destra ha funzionato da traino nel caso anche di Isabella Rauti, figlia di Pino, il fondatore di Ordine Nuovo, candidata per il centrodestra a Sesto San Giovanni. Exploit del virologo Andrea Crisanti, candidato dal Pd all'estero. Il professore è stato eletto con 37mila preferenze. In Campania il governatore Vincenzo De Luca è riuscito a salvare il figlio, eletto con un buon margine. L'operazione non è riuscita con i fedelissimi del presidente della Regione, tutti clamorosamente trombati.
Una frana, un disastro, il Pd in Campania. Alla Camera rieletto solo De Luca jr. Una strage, a eccezione di Salerno. Il flop totale nelle periferie e in provincia. La fotografia della disfatta anche in Irpinia. Ma il Pd, tutto sommato, in regione ha retto meglio che altrove.
La Campania e il Sud nuovi feudi politici del M5S? I numeri questo dicono; la spiegazione del successo, inatteso e insperato, rende merito all'azione profonda portata avanti da Giuseppe Conte. Ma è soprattutto il frutto dell'assicurazione fornita dal vertice grillino in materia di reddito di cittadinanza. In questo senso: in moltissimi casi autentica prebenda, regalo o imbroglio. Al Sud il reddito lo percepiscono anche coloro che non avrebbero diritto ad incassarlo. E sono tanti, tantissimi. Un popolo.
Visti i numeri, il machiavello ha funzionato. E ora? "Salvini non avrà un ministero chiave", annuncia la candidata aspirante premier Giorgia Meloni, l'unica vera grande vincitrice in questa stramba frettolosa tornata elettorale. Una telefonata con Mario Draghi (la manovra, il Pnrr da rifondare, varie ed evenuali: il fresco ex pemier pronto a collaborare), poi la gita in Mini con la figlia, sei anni. Alla guida lei, Giorgia, con il desiderio grande di staccare per un attimo la spina. Il bigliettino scritto dalla figlia custodito nella borsa e nel cuore: "Cara Mamma! Sono tanto felice che hai vinto. Ti amo! Tanto".
Ingenuità, tenerezza, semplicità: l'espressione più bella della contentezza. Rinviata la conferenza stampa e un invito a dirigenti, militanti e simpatizzanti: "Evitate caroselli e feste, abbiamo problemi enormi da affrontare". Puro realismo.
Diventato precoce caso, Salvini risponde che il posto giusto per lui, è un ministero ad hoc, tra i più importati. Meglio di tutti il Viminale. Opinione strettamente personale e desiderio non incontrano in nessun ambito l'approvazione. Finisse come Salvini auspica, si tratterebbe del classico cavallo di ritorno. Una negatività, a livello puramente sportivo; chissà in politica.
Ma su aborto e dirittti della donna come la mettiamo, signora o signorina Meloni? "Restiamo in trincea", che non dice granchè, e come direbbero a Napoli non leva e non mette. Giorgia Meloni premier intanto divide le femministe in attesa come dal vago avvertimento contenuto nella frase "su aborto e diritti restiamo in trincea".
Tornato sui banchi del Senato, Berlusconi si già si atteggia a regista della coalizione. Punta a presiedere la prima seduta del Senato. La preisdenza no: le condizioni fisiche e l'ìetà gli precludono la seconda carica dello Stato.
In Sicilia le regionali hanno premiato il centrodestra. Governerà Schifani. Flop del centrosinistra, a fronte del successo del populista Cateno De Luca, già sindaco di Messina, secondo. Ma a Predappio come è andata? Nella città natale di Benito Mussolini, Fratelli d'Italia ha ottenuto oltre il 36 per cento. Al settimo cielo l'entusiasmo del leader del partito, Francesco Minutillo, avvocato. "Nessuna nostalgia dei tempi che furono, siamo una forza moderna". Bisogna credergli? Adesso sì, l'alternativa non c'è. Il Pd si è dissolto come neve al sole, e chissà se riuscirà mai a riaversi dalla mortale botta in testa.
Letta si annuncia in qualità di semplice traghettatore fino a gennaio. Non si ricandiderà. Coinvolto nella moria di segretari, una costante negli ultini venticinque anni a casa Pd, in pratica può ritenersi già esautorato. Il toto successore è già cominciata, pare corrano in tre. Ma nel Pd, di questi tempi, di sicuro non c'è nulla.
La Borsa ha retto bene all'urto. Ma all'estero come la vivono la presa del potere da parte della destra a ottant'anni dall'ultima volta? Lo spred ha avuto una fimmata, ma la Bce avverte "non copriremo gli errori dei governi". Cauti, molto prudenti, addirttura abbottonati Usa e Ue: "Speriamo di lavorare ancora con voi". Un'apertura alla Meloni? Certo che sì, ma interlocutoria, vediamo come va. Aspettando che alle parole seguano i fatti.