"La Lega potrà recuperare il consenso grazie ai risultati che otterrà nel governo di Centrodestra - e Matteo Salvini avrà un ruolo fondamentale - ripartendo anche dall'ascolto del territorio e dalla valorizzazione dei tanti amministratori a partire dai governatori". È lo scenario che la Lega ha descritto ieri al termine del consiglio federale. L'incontro "durato quasi quattro ore in via Bellerio a Milano, ha confermato piena fiducia a Salvini: oltre all'analisi del voto, è stata ribadita la necessità di continuare la stagione dei congressi per rinnovare tutte le cariche a cominciare dai segretari cittadini: quello provinciali saranno celebrati entro dicembre e immediatamente a seguire si faranno i regionali".
Ma la giornata di ieri di Salvini non è stata facile, perché non sono mancate le critiche, a cominciare dalla vecchia guardia del Carroccio che non c'è più. Non hanno mai amato la svolta nazionalista dell'attuale segretario e, ora, vedono il tracollo delle preferenze come una riprova della strategia sbagliata. In fondo, c'è chi legge una critica nelle stesse parole di Umberto Bossi (a proposito, il senatur non è stato eletto in Parlamento dopo 35 anni di presenza) che, parlando del voto del 25 settembre, ha detto: “Il popolo del Nord esprime un messaggio chiaro e inequivocabile che non può non essere ascoltato”. ù
Sentendosi probabilmente in colpa, Salvini ha tentato di correre ai ripari: “Bossi senatore a vita sarebbe il giusto riconoscimento dopo trentacinque anni al servizio della Lega e del Paese. Porterò avanti personalmente, sicuramente con l’appoggio non solo della Lega ma di tantissimi italiani, questa proposta”, ha detto. Senza considerare che i senatori a vita sono già cinque, e non è possibile nominarne altri. Duro l’ex segretario leghista Roberto Maroni: “E ora si parla di un congresso straordinario della Lega. Ci vuole. Io saprei chi eleggere come nuovo segretario. Ma per adesso non faccio nomi”.