A voler dar retta ai rumors, quelli di Dagospia (che però cita Il Foglio), sembra che in casa centrodestra già volino gli stracci”. Motivo del contendere? Semplice: la formazione del nuovo governo con la Lega che a quanto pare, avrebbe inviato una sorta di ultimatum alla Meloni per quanto concerne la formazione dell’esecutivo. Matteo Salvini, si sa, vorrebbe gli Interni, poltrona da lui già occupata ai tempi del governo gialloverde. Tuttavia da quest’orecchio la leader di Fratelli d’Italia proprio non ci sente. Nossignore: meglio un tecnico di spessore al Viminale che il segretario del Carroccio, pare sia stato il ragionamento seguito dai vertici di FdI.
Peggio che andar di notte! Dall’organo ufficiale del partito di via Bellerio il monito non si è fatto attendere: “Se chi ha votato per un cambiamento poi si ritrova i soliti tecnici e il solito ‘ce lo chiede l’Europa’, allora non sia va da nessuna parte” è stato il messaggio fatto recapitare in via della Scrofa. Al senatore leghista Claudio Borghi non deve essere sembrato vero, dopo quasi due anni di “costrizione”, di essere incaricato da Salvini di suonare, di nuovo, la sua campana preferita. E che l’avvertimento sia stato indirizzato alla pasionaria della destra, al suo sforzo di archiviare i toni da barricadera per votarsi alla morigeratezza di bilancio, è apparso subito chiaro. “Abbiamo visto quanto velocemente i governi siano caduti in passato. Credo che sia tutto interesse di Giorgia Meloni riuscire a far qualcosa di diverso” l’affondo di Borghi.
Intendiamoci: al di là delle pretese, non è che in casa Lega siano tutte rose e fiori. “A Salvini interessa tornare al Viminale perché ritiene che da lì sia più facile risalire la china, ma a noi interessa l’autonomia”, hanno rimarcato, ieri, più fonti del Carroccio dove il malcontento per la battuta d’arresto delle urne non è stato ancora digerito. La seconda grana è la conferma della candidatura di Attilio Fontana a governatore della Lombardia con Letizia Moratti, però, che a quanto pare sarebbe a sua volta pronta a scendere in campo per il Pirellone. Insomma: a poco più di cinque giorni dal successo elettorale, nelle file del centrodestra la situazione è tutt’altro che chiara.