di Matteo Forciniti
Prima ancora del video dello scandalo rimasto ancora impune, diversi sono stati gli episodi controversi che hanno avuto per protagonista sempre lui, l'onnipresente Aldo Lamorte, il politico dalle mille poltrone tra Italia e Uruguay.
Fino ad oggi, in un modo o nell'altro, il rappresentante del Maie (Movimento Associativo degli Italiani all'Estero) è sempre riuscito a farla franca nonostante un curriculum di tutto rispetto che si è arricchito nel corso delle ultime elezioni di un nuovo straordinario capitolo.
Per capire chi è il politico che è arrivato a filmarsi votando al posto di un'altra persona si potrebbero ricordare tantissime vicende consumatesi in questi anni all'interno della collettività italiana, fatti incresciosi che non necessariamente hanno rappresentato una violazione della legge ma che meritano in ogni caso di essere raccontati a onor di cronaca: uno su tutti la tormenta vicenda che ha portato al cambio di esecutivo all'interno del Comites di Montevideo nel 2017.
Siamo nel mese di giugno e con le dimissioni da presidente del fido Claudio Melloni all'interno del Comites si apre un lungo periodo di stallo inspiegabile per chi dovrebbe avere un minimo di conoscenza dei meccanismi parlamentari dove le decisioni vengono prese in base ai numeri e alle maggioranze. E invece quello che accade in Uruguay in questi mesi è un qualcosa di inedito e indecente: Lamorte si nomina subito presidente ad interim e incomincia ad affezionarsi alla poltrona così tanto che si dimentica di fare l'unica cosa che dovrebbe fare per legge, ovvero convocare una nuova seduta per eleggere il nuovo presidente. Il tempo passa e questa benedetta seduta non arriva fino all'intervento dell'Ambasciata costretta per un attimo a uscire dal consueto immobilismo e ripristinare il buon senso oltre che la legalità: la richiesta delle due liste viene accolta, finalmente questa riunione si concretizza nel mese di agosto quando viene eletto come nuovo presidente Alessandro Maggi.
E che cosa fa il presidente ad interim nella stessa serata della seduta convocata dalle autorità diplomatiche? Si inventa una mastodontica "riunione con le associazioni" affittando la sede della sua associazione (la Federazione Lucana) nel tentativo disperato di mantenere la baracca che aveva costruito. La manovra sgangherata ovviamente fallisce e da allora il Comites si avvia a un cambio di esecutivo nel rispetto delle leggi e sotto il controllo dell'Ambasciata.
L'ex presidente ad interim però non ci sta e fa di tutto per rinviare un passaggio di consegne che avrebbe richiesto soltanto qualche giorno in uno scenario normale. L'ambasciatore Gianni Piccato sollecita la consegna dei documenti non una bensì tre volte con l'ultima lettera che è un ultimatum con la minaccia di una denuncia penale che serve a qualcosa.
Defenestrato dal trono, Lamorte decide allora si autoescludersi da consigliere del Comites iniziando un boicottaggio sistematico per più di due anni nei confronti di un organismo di rappresentanza ridotto già a pezzi. Si comporta come un come un bambino capriccioso che si porta via il pallone solo perché sta perdendo la partita ma il problema però è che questa strategia deleteria viene seguita anche dagli altri consiglieri della sua lista che infatti vengono espulsi dopo due anni di continue assenze ingiustificate che provocano le sospensioni delle sedute a causa della mancanza del numero legale. Misteriosamente, dall'espulsione che colpisce la sua lista lui riesce a salvarsi e resta ancora lì incollato alla carica di consigliere in attesa di ottenere qualcos'altro dalla politica, dal Maie e dal Partido Nacional, che lo premiano per quanto fatto.
Questa vicenda del precedente Comites è emblematica per capire il personaggio in questione e fino a che punto può arrivare l'avidità di potere. Un'avidità che da allora non si è mai fermata, anzi ha fatto ulteriori passi in avanti come dimostrato nel corso delle ultime elezioni italiane con il video dello scandalo in cui il rappresentante viene colto in flagranza di reato.
Che succederà adesso? Lamorte riuscirà a salvare un'altra volta la poltrona oppure sarà costretto a dimettersi vista la gravità dei fatti ormai troppo spudorati? Cos'altro deve combinare un rappresentante prima di farsi da parte? C'è davvero qualcuno disposto a farsi complice di un reato, di una palese violazione delle legge elettorale con la prova del video che c'è già?
Tutto questo lo sapremo martedì 11 ottobre quando alla Casa degli Italiani ci sarà una seduta straordinaria convocata dal Comites per affrontare l'argomento con una sola alternativa: dimissioni o impunità.