Franco Esposito
Milano sta per scoprirsi in bolletta. "Non abbiamo risorse", denuncia Beppe Sala, sindaco della città capoluogo della Lombardia. Investito dalla crisi energetica, il Comune di Milano è alle prese con una bolletta salata. E dai 75 milioni conteggiati in bilancio per energia, gas e canone di illuminazione pubblica, si è arrivati ai 130 milioni stanziati per le spese energetiche nel 2022.
Il caro bollette mette i sindaci dei maggiori comuni d'Italia, primi cittadini delle metropoli, in una condizione di grave difficoltà. Bologna prova a difendersi con la lotta all'evasione e due maglioni addosso agli scolari. A Genova il sindaco ha deciso che La Lanterna, simbolo della città, resti accesa. Quale che sia o sarà la bolletta folle che verrà recapitata all'indirizzo del Comune.
Gratta gratta, è facile accorgersi che sono proprio i sindaci a essere in bolletta. Le Regioni, poi, temono fortemente l'impatto sui cittadini. Dovranno tagliare anche la Sanità. E saranno tagli assai dolorosi. Ridurre e spegnere in anticipo le luminarie natalizie non basterà. Molti Comuni dovranno resistere al caro bollette senza tagliare i servizi pubblici essenziali. Uno sforzo che s'annuncia insostenibile, alla luce dei disastri che provoca e continuerà a provocare la crisi energetica.
Le stime dell'Anci dicono questo: il 15% dei 7.900 Comuni italiani è in gravi difficoltà. Potrebbero quindi non reggere al pesante urto della spesa per elettricità e gas, in media più che raddoppiata rispetto al 2021. Completata una sorta d'indagine, in Italia un migliaio di sindaci trema davanti alla bolletta in arrivo. Permangono comunque forti differenze. Il costo del riscaldamento, ad esempio, è più basso al Sud che al Nord. Le città più grandi hanno costi più pesanti: il trasporto pubblico su ferro, tram, metropolitane, i consumi di monmenti, musei, teatro, palazzetti dello sport, piscine comunali.
L'Anci chiarisce. "I sindaci messi meglio hanno registrato un aumento del quaranta-cinquanta per cento rispetto all'anno scorso". Il Comuni si sono riuniti in un vertice in video conferenza. Oggetto della riunione l'esame della situazione. Hanno fatto il punto, e poi? "Abbiamo preparato un pacchetto di proposte da presentare al nuovo governo".
La situazione viene definita terribile. E da questo scaturisce un'inderogabile esigenza: il governo uscente e quello entrante sono tenuti a collaborare per trovare una soluzione. "Necessita una risposta forte, ferma. Chiunque abbia buon senso, prima di imbarcarsi in un debito pubblico, deve trovare alte soluzioni. Una è a portata di mano: le risorse europee".
Serve almeno un miliardo di euro aggiuntivo, da stanziare come? Innanzitutto entro la fine dell'anno, per evitare che il Comune vada in default. E non possa più erogare nemmeno i servizi pubblici essenziali. Perchè un conto è risparmiare sulle luci di Natale, o tenere al buio i monumenti, un altro è la scoperta di vedere chiudere musei, teatri, palestre, piscine comunali. Sarebbe una sconfitta sociale. Laddove significa "pregiudicare la sicurezza delle persone".
I numeri parlano chiaro e forte. E dicono questo: la spesa totale a livello nazionale, per le utenze energetiche dei Comuni, è di un miliardo e 600 milioni. Gli aumenti stimati portano il conto a circa tre miliardi e mezzo. Ma cosa fa o ha fatto il governo dall'inizio dell'anno, con tre diversi provvedimenti? Ha messo a disposizione 820 milioni per sostenere i sindaci. Bastano? Non bastano.
Ci sono comuni come Novara dove sono stati calcolati costi maggiori per circa cinque milioni di euro "e finora abbiamo ricevuto aiuti per un milione e mezzo, il resto dobbiamo coprirlo noi in qualche modo". E ci sono Comuni che possono cavarsela grazie ad avanzi di amministrazione: altri sono già in crisi profonda. Serve un altro miliardo per far quadrare i conti.
Nell'attesa, molti Comuni tirano avanti con quello che hanno in cassa. Quel poco che serve anche ad aiutare i cittadini in difficoltà con le bollette domestiche. Ovunque sono in continuo aumento le famiglie che bussano ai servizi sociali. L'Anci, anche per questo, conta di chiedere al nuovo governo di "rafforzare le misure di sostegno già introdotte, alzando il tetto Isee previsto". Scopo finale è quello di ampliare la platea dei beneficiari dello sconto in bolletta. In Italia ormai sono tanti, tantissimi, una moltitudine: cittadini che prima ce la facevano a reggere e ora rischiano di non farcela più.
Due facce della stessa medaglia sono la tenuta dei conti e la tenuta sociale. La conferma arriva dalle Regioni sul "rischio di un taglio imprevisto alla spesa per la Sanità". Un settore per il quale non c'è ancora la totale copertura delle spese legate al Covid.
Comunque la giri, è tosta davvero. I Comuni non minacciano, sono semplicemente costretti a farlo: spengono le luci. Torino no: il sindaco Stefano Lo Russo, geologo, assicura che non spegnerà Torino. "La tenuta sociale è a rischio, ma noi valuteremo un piano di risparmi in base ai dati. Occorrono misure straordinarie come nei mesi della pandemia". Lo Russo predica inoltre prudenza sul reddito di cittadinanza.
Intanto il Comune di Torino nella prima metà dell'anno ha pagato una bolletta elettrica parri all'intero 2021.