di Lucio Fero
Partito neutralista italiano, nulla che non si sia mai visto: vasta è la vicenda e ampia è la presenza del neutralismo nella storia contemporanea e non. Negli Usa ad esempio fino a Pearl Harbour moltissimi nella pubblica opinione e al Congresso, nei giornali e nelle istituzioni erano per restar neutrali, per restarne fuori dalla guerra europea.
Neutrali tra Hitler e Churchill? Sì, perché no? Quello davvero importante per i neutralisti era che la guerra non arrivasse in casa, non toccasse gli Usa. Il resto importava (e importa) ai neutralisti parecchio meno. E non mancavano certo negli anni Trenta del secolo scorso in Gran Bretagna o in Francia o in Svezia o dovunque in Europa coloro che peroravano una saggia, doverosa e utile neutralità tra l'espansionismo del Reich estorsivo di territori altrui e l'integrità territoriale degli Stati confinanti con Berlino.
Neutralità saggia, doverosa e utile per preservare la "propria" pace, la pace per se stessi. La guerra toccava altri popoli e nazioni? L'importante era (ed è) appunto che toccasse solo ad altri popoli e nazioni. E il neutralismo era (ed è) appunto la garanzia di quel "solo". E' accaduto tante volte nella Storia, perché mai non dovrebbe accadere qui e oggi in Italia? E infatti accade: si va formando ed è già sostanza, identità e azione il Partito Neutralista Italiano, neutrale tra Russia e Ucraina.
Le prime tre tessere - Tessera numero uno e al momento leadership sul campo per Giuseppe Conte. Tessera numero due per Maurizio Landini. M5S e Cgil più o meno in blocco ammessi e invitati alla doppia tessera, quella Cinque Stelle e neutralista, quella sindacale e neutralista. Tessera numero tre Laura Boldrini. Tessera numero quattro Michele Santoro. Senza dimenticare Fratoianni. E in tentazione irresistibile di doppia tessera un bel po' di Pd improvvisamente sgomento di aver appoggiato un governo che mandava e manda, niente meno, che armi a Kiev. Come ogni partito che si rispetti il Partito Neutralista italiano è in costante dialogo-osmosi con movimenti d'opinione e militanza, sia civile che religiosa. Cattolici a vario titolo e in vario modo irenisti. Comunisti pro Urss e quindi, per trascinamento, comunque pro Mosca. Anti demoplutocrazie di stampo vintage fascista. Antipatizzanti dell'Occidente in quanto tale di stampo, anzi neo conio gauchista. E ancora una sorta di pacifismo crociato, cioè in perenne crociata contro la guerra intesa come il Male assoluto, la nerissima notte in cui non è dato distinguere aggressori e aggrediti. Ancora e ancora la quasi perfetta sovrapponibilità della geografia socio-culturale del neutralismo con quella dello statalismo antagonista...dello Stato.
Mors tua pax mea - Il valore fondante e unificante del Partito Neutralista Italiano (e del vasto umore sociale corrispondente, ben più vasto dello stesso Pni) è racchiuso nella formula secca del mors tua vita mea. Era questo il senso dell'originario ucraini arrendetevi per il vostro bene. Dove vostro andava letto come nostro, nostro bene.
Arrendetevi, mollate un pezzo più o meno abbondante della vostra nazione e libertà, altrimenti l'invasore si accanisce e, soprattutto, ci andiamo di mezzo noi. E' questo il senso della urgenza della pace di cui il Partito Neutralista Italiano fa bandiera e per la quale scende in piazza. Ci serve urgentemente una pace, quindi smontiamo tutto quello che possiamo smontare della guerra. Cosa possiamo noi smontare della guerra? Non certo Putin e le sue armi. Però della guerra noi da qui possiamo smontare l'appoggio all'Ucraina. Smontate l'invio di armi e di soldi, smontare le sanzioni e la guerra economica alla Russia. Noi smontiamo, voi perdete, torna la pace. La "mia" pace, il valore supremo, l'unico. Che val bene anche la tua morte. Perché non c'è nulla per cui valga la pena combattere, nulla se non la mia pace (e i suoi fondamentali annessi, il mio gas, i miei consumi, le mie produzioni...).
Nessuno scandalo, se non nella bugia del nome - Quasi sempre il neutralismo non si è rivelato un buon investimento in termini di sicurezza e pace. Quasi sempre non è riuscito nel suo intento primario: tenere la guerra lontano dalla casa dei neutrali puntando sulla sazietà dell'invasore espansionista, contando sulla sua capacità e voglia di accontentarsi del bottino ottenuto. Ma potrebbe anche essere...chissà? Forse dando a Putin un quarto d'Ucraina...E poi torna pure il gas. Il neutralismo non è scandalo civile e politico in sé, tanto meno etico. Però perché agghindarlo il neutralismo con la parola pace? Perché la bugia sul nome? Neutralisti. Pacifisti è un belletto, anzi un look da sepolcri imbiancati.