Ore decisive in casa centrodestra per il varo del nuovo governo. Anche ieri le forze della maggioranza si sono riunite - questa volta nella sede di FdI - per provare a trovare la quadra sulla composizione della squadra dei ministri. Si tratta, però, anche sulle presidenze delle Camere, in particolare per la seconda carica dello Stato, quella del Senato, dove si profila un vero e proprio duello tra i due vice presidenti in carica, con Fratelli d'Italia che spingerebbe per l'elezione di Ignazio La Russa, e la Lega che gli preferirebbe invece Roberto Calderoli.
Lo schieramento di Matteo Salvini è in ballo anche per la leadership di Montecitorio dove si insiste per la nomination di Riccardo Molinari, dato in vantaggio sul ministro (uscente) dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, anche lui in quota Carroccio ma preferito dai meloniani. Un endorsement, quello di FdI nei confronti dell’attuale inquilino del Mise, che avrebbe creato non pochi malumori nelle stanze del palazzo di via Bellerio.
Inutile sottolineare che lo stallo nella trattativa sulle presidenze dei due rami del Parlamento rischia di ripercuotersi anche sulla negoziazione in vista della formazione del nuovo esecutivo. Ieri mattina, la Lega ha diffuso una nota a commento delle indiscrezioni sull'ipotesi di un “trasloco” di Giorgetti (ancora lui) al Mef. "Per la Lega sarebbe motivo di grande soddisfazione e orgoglio occuparsi con un ruolo rilevante anche di Economia e Finanze", è stato ribadito. Dal canto suo la Meloni tira dritto. L’obiettivo è quello di farsi trovare pronta con la lista dei ministri entro e non oltre il prossimo 24 ottobre, vale a dire subito dopo la missione di Mario Draghi a Bruxelles (20-21 ottobre) e il Consiglio europeo, tappe cruciali per la crisi dettata dal caro energia.
Nel frattempo la leader di Fratelli d’Italia prova a smussare gli angoli, impegnandosi a portare fino in fondo una trattativa a dir poco movimentata dalle tensioni, anche interne ai due partiti principali partner della coalizione (FI e Lega). La leader di FdI appare sempre intenzionata a coinvolgere tecnici di rango nella sua compagine governativa. I nomi sono quelli di sempre: per il Mef si fanno, ad esempio, oltre a quello di Giorgetti, anche quelli di Fabio Panetta e del Ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta. Altri identikit tirati in ballo portano a Domenico Siniscalco, Dario Scannapieco e Paolo Scaroni (Energia). Per quanto concerne, invece, le altre caselle, quelle politiche, i rumors danno il vicepresidente azzurro Antonio Tajani in pole per la Farnesina.