La curiosità, in Italia (e in Europa), è tanta. Ma nel prossimo inverno ci si potrà riscaldare? Oppure si dovrà vivere con la speranza di temperature meno rigide? Di certo le notizie di ieri sono tutt’altro che buone. Anzi, fanno paura. A cominciare dalla minaccia del presidente russo Vladimir Putin: niente gas russo a chi applica il price cap. E sulla questione rifornimenti di gas ha poi aggiunto: “La Russia è pronta a fornire ulteriori volumi di gas all'Europa in autunno-inverno, la palla è nel campo dell'Ue. Mosca è pronta a fornire gas attraverso la linea del Nord Stream 2”. Si tratta proprio dell'oleodotto che non è mai stato attivato in seguito all'invasione russa dell'Ucraina.
E sempre ieri Gazprom, la multinazionale russa, controllata dal governo della Federazione, ha avvertito l'Unione Europea e ha rilanciato l'allarme freddo per le città dell'Ue. “Intere metropoli europee potrebbero congelare durante il picco di freddo invernale”, ha detto il numero uno del colosso energetico russo Aleksey Miller. "Nessuno può garantire che l'Europa potrà superare l'inverno con l'attuale volume delle riserve di gas” ha affermato Miller, secondo il quale “circa 800 milioni di metri cubi di gas al giorno potrebbero non bastare all'Ue in caso di freddo anomalo”. Ha rincarato la dose Alexander Dyukov, presidente del consiglio di amministrazione di Gazprom Neft, come riporta Tass: “Gazprom Neft non fornirà petrolio ai Paesi che introdurranno un tetto ai prezzi”.
Intanto ieri la presidente della Commissione di Bruxelles Ursula von der Leyen nel corso della Conferenza degli ambasciatori dell’Unione europea è tornata sulla contestata annessione, definita “illegale”, di quattro regioni ucraine da parte della Russia, che “porta la sfida contro il sistema internazionale a un nuovo livello”. Come dire, certi concetti è bene ribadirli, per non lasciare il fianco a polemiche pretestuose e strumentalizzazioni di ogni tipo. “Putin ha preso la terra sovrana ucraina con un atto di aggressione non provocata. Ha costretto la gente a votare sotto la minaccia delle armi. E ha perfino minacciato di usare armi nucleari se gli ucraini reclameranno la terra che gli appartiene. Tutto ciò è preoccupante non solo per i vicini della Russia”.
Parlando ai diplomatici che hanno rappresentato gli Stati membri nel consesso europeo, la presidente della Commissione di Bruxelles ha chiamato in causa i riferimenti normativi del Diritto internazionale: quello della Russia “è un attacco contro l'intera Carta delle Nazioni Unite. L'ordine globale basato sulle regole appartiene al mondo. È il miglior antidoto contro l'instabilità perpetua in tutti i continenti. E tutte le nazioni del mondo lo vedono. Persino alcuni degli alleati più stretti della Russia stanno mettendo in discussione la guerra scelta da Putin e si rifiutano di riconoscere i suoi referendum farsa. Il vertice di Samarcanda, dove Cina e India hanno espresso chiaramente le loro preoccupazioni sulla guerra, è stato un fiasco per la Russia” ha stilettato von der Leyen.