Caro Direttore,
di Filomena Narducci
Il clima in cui si è realizzata la riunione del Comites, voluta dalla minoranza martedì 11 ottobre, si è caratterizzato da una mancanza di rispetto istituzionale e anche personale da parte della maggioranza, mai successo prima nella storia di questo organismo.
Di fronte alla violazione della legge elettorale che abbiamo visto su un video diffuso sui social dove appare Aldo Lamorte, vicepresidente del Comites e rappresentante al CGIE, mentre vota con in mano il certificato elettorale di un altro elettore è giusto e logico che i consiglieri di minoranza, di fronte all'indifferenza e al silenzio del Presidente e dell'Esecutivo del Comites, abbiano utilizzato il meccanismo di legge che prevede che un terzo dei consiglieri può chiedere al Presidente di convocare l'assemblea plenaria. In questo caso per valutare la grave situazione e le ricadute della stessa sulla collettività e sul processo del voto politico in questo paese.
A mio avviso durante la riunione e anche prima, la maggioranza del Comites ha preteso di minimizzare la gravità della situazione, buttando "la palla fuori dall'organismo", facendo finta che nulla sia successo. Ma il fatto vero è che il protagonista di questa vicenda non è stato un singolo e sconosciuto cittadino, che secondo la gravità del reato commesso sarà giudicato e pagherà le conseguenze a livello personale. Si tratta invece di Aldo Lamorte, un cittadino che in base a due leggi dello stato italiano è stato investito nella nostra collettività al massimo livello, con due incarichi di rappresentanza come sono la VicePresidente del Comites e la rappresentanza nel Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE)
Pertanto i reati, gli errori gravi, ecc commessi dai rappresentanti di tutti non vanno sottovalutati perché, hanno dirette conseguenze sull'organismo e sulla collettività che li ha eletti e mandato a rappresentarli. Per questo è sempre opportuno e anche etico, nel rispetto del collettivo, che durante il periodo in cui si portano avanti le indagini le persone coinvolte direttamente si mettano da parte.
Secondo la maggioranza (lo abbiamo sentito nella riunione) non è tra le prerogative del Comites trattare argomenti del genere, perché dicono che il Comites è un organo politico e non un tribunale.
Sul fatto che si tratti di un organo politico siamo d'accordo. Si tratta dell'ambito dove si devono discutere e intraprendere le iniziative e le politiche per gli italiani, in questo caso dell'Uruguay. Si sono forse dimenticati o non hanno ancora voluto capire che il Comites è un organismo di rappresentanza, eletto da tutti noi e che quanto è successo lo indebolisce fortemente e danneggia, non solo la sua immagine ma anche quella di tutta la collettività.
L'altra sera la prima mozione del Presidente, sostenuta ovviamente dalla maggioranza, ha proposto che la seduta fosse tutta parlata in spagnolo perché la maggior parte di loro non capisce e non parla l'italiano. Voler vietare di esprimersi nella lingua di Dante a chi l'italiano lo parla bene è osceno oltre che, come ha detto l'Ambasciatore, Dott Giovanni Iannuzzi, "illegale".
Si tratta della seconda seduta in cui la maggioranza ha provato ad abolire l'italiano come lingua ufficiale del Comites perché, secondo loro, la legge non prevede che si debba parlare l'italiano e siamo in territorio uruguaiano.
Nel Comites dell'Uruguay dove Magno, Pizzuti, Costanzelli e tanti altri parlavano l'italiano con la loro cadenza regionale ed erano orgogliosi di questo, oggi viene vietato di parlare la lingua italiana e ciò lo fanno persone che si ha la sensazione non sanno neanche quali siano gli obiettivi dell'Organismo di rappresentanza. Consentitemi la battuta, perché quello che abbiamo visto e sentito l'altra sera costituisce una totale mancanza di rispetto all'italianità da parte di signori/e che, a quanto sembra, non conoscono la legge del Comites. Mi è rimasta la sensazione che neanche interessa loro di conoscerla, che non parlano l'italiano e vogliono che chi lo parla non lo faccia più, che non permettono ai consiglieri di esprimersi singolarmente perché ritengono che lo si può fare solo attraverso il rappresentante della Lista o il Gruppo che li ha fatto eleggere nel Comites, rompendo in questo modo ogni logica della legge stessa.
Il Comites è sovrano nelle sue decisioni e su questo siamo tutti d'accordo perché fa parte del gioco democratico. Sentire dire ad alcuni consiglieri, con estrema arroganza, che dal momento che hanno la maggioranza possono fare votare tutto quello che vogliono indipendentemente che sia in sintonia con la legge è inaccettabile.
Mi auguro che il nuovo CGIE ed i nostri parlamentari si facciano immediatamente portavoci di una modifica alla legge del Comites che la adegui alla nuova realtà e sia molto più precisa nel definire i compiti e la composizione.
Nella prima seduta del Comites si deve discutere se esistono delle incompatibilità tra gli eletti.
La legge istitutiva stabilisce come incompatibile una carica istituzionale. Le interpretazioni non hanno troppe fondamenta perché si pretende vincolare queste cariche soltanto all'Italia mentre i Comites funzionano all'estero.
Quando l'altra sera mi trovavo tra il pubblico e ascoltavo determinati interventi, per la prima volta mi sono sentita straniera dentro la Casa degli Italiani. Ho sentito molta amarezza nel vedere come viene snaturalizzato questo organismo, facendolo diventare sempre di più al servizio di un partito politico locale.
Per concludere mi pongo e pongo ai nostri cari connazionali una domanda. Può rappresentarci un Comites dove molti consiglieri occupano degli incarichi istituzionali a livello locale?
Può rappresentarmi un Comites dove i consiglieri non rispettano neanche il ruolo dell'Ambasciatore d'Italia?
Le cariche istituzionali locali sono dal mio punto di vista in netta contraddizione con l'incarico di Consigliere Comites.
Ci sono molte situazioni in cui, secondo me, non viene interpretata ed applicata correttamente la legge. Chiediamo pertanto alle nostra autorità di realizzare una interpretazione autentica della legge e di queste situazioni in particolare.
Ogni Consigliere ha l'obbligo ed il diritto di partecipare dell'Organismo per il quale è stato eletto.
Alla luce del clima ostile e delle dichiarazioni dell'ultima riunione è legittimo domandarsi se le condizioni, per i consiglieri della minoranza esistano, veramente, per continuare a fare parte di questo Comites.
Nessun Consigliere eletto può essere obbligato a partecipare di un Comites che sempre di più si somiglia ad un Circolo di aderenti ad un partito politico locale.