DI BARBARA LAURENZI
La cultura parla italiano. Lo conferma il successo crescente della Settimana della Lingua italiana nel mondo, come conferma a Gente d'Italia l'ambasciatore Pasquale Terracciano, Direttore generale della Diplomazia pubblica e culturale della Farnesina. Diplomatico di grande esperienza, giá capo ufficio stampa della Farnesina e capo di gabinetto del ministro Frattini, dopo aver ricoperto le sedi di Londra e Mosca è oggi il responsabile per il Mae della cultura italiana nel mondo.
Ambasciatore Terracciano, parte la Settimana della lingua italiana nel mondo. Con quale spirito o quali obiettivi?
La Settimana della Lingua italiana nel mondo è giunta alla sua ventunesima edizione e negli anni ha avuto sempre maggiore successo. Un'iniziativa che nasce innanzitutto con l'obiettivo di promuovere la nostra lingua come volano di sviluppo e rafforzare lo spirito di rete con il quale affrontiamo il tema della diffusione dell'italiano. Un obiettivo prioritario rimane poi naturalmente promuovere lo studio dell'italiano nel mondo. La nostra è la lingua della cultura e chi la studia la sceglie proprio perché ama la cultura.
Quanto è importante lo spirito di rete al quale fa riferimento per la buona riuscita dell'iniziativa?
Fondamentale. Lo spirito di rete vuol dire proprio che, accanto al Mae protagonista, è importante il ruolo di tutta la rete di ambasciate, consolati e istituti di cultura. Rivestono un ruolo importante anche le scuole italiane e i lettorati, la società Dante Alighieri, la Treccani, l'Accademia della Crusca. È uno sforzo corale.
L'edizione di quest'anno è particolarmente innovativa e attenta al linguaggio digitale. Una scelta coraggiosa.
Siamo nell'anno europeo dei giovani e, quindi, abbiamo scelto di dedicare l'edizione 2022 ai nativi digitali anche con l'obiettivo di sottolineare la capacità della cultura, italiana e mondiale, di tenere insieme radici millenarie con un lato di innovazione e creatività molto contemporaneo. Siamo arrivati così ad affrontare anche un tema che può sembrare tabù come la contaminazione del linguaggio attraverso i social media, un fenomeno che non va ostracizzato. Si tratta certamente di un codice lontano dai canoni classici ma proprio il fatto di incorporare e lasciarsi contaminare le novità testimonia come la nostra lingua sia sempre stata e continui ad essere una lingua viva.
Vi aspettate quindi un maggiore riscontro da parte dei giovani?
Sì, anche in considerazione del fatto che abbiamo lanciato un concorso nelle scuole italiane all'estero con l'Accademia della Crusca per la scelta del sottotitolo e ha vinto proprio Montevideo con lo slogan 'Come scusa? Non ti followo'.
L'America Latina protagonista in questa edizione, quindi. Quali sono le prossime iniziative in questo territorio?
In America Latina puntiamo alla crescita del modello formativo italiano, una delle punte di diamante della strategia di diffusione dell'italiano aumentando il numero delle scuole paritarie. Ora sono 42, ci sono una serie di scuole che stiamo assistendo nel processo che porta al riconoscimento della parità, speriamo che la rete si possa ampliare già nel corso di quest'anno, in particolare in Argentina, Perù e Brasile. Non abbiamo ancora tempi precisi perché dipendono anche dalle singole scuole ma siamo in attesa che si completi il processo di certificazione da parte del Ministero dell'Istruzione. Avevo questo discorso in cantiere con il precedente ministro ma con la caduta del governo il processo si è interrotto.
A proposito del nuovo governo, che cosa chiedete al futuro ministro per la cultura nel mondo e in Sud America?
Appena sarà indicato il nuovo ministro dell'Istruzione porterò il tema della possibile accelerazione delle procedure per le scuole all'estero. In linea generale, speriamo che ci sia sensibilità verso la dotazione di risorse necessarie alla promozione della cultura italiana all'estero, basti considerare che il rapporto delle risorse disponibili tra noi e Germania e di 1 a 10.
In chiusura, ci sono altre novità da poter annunciare per la cultura nel mondo?
Stiamo mettendo a punto un programma molto ricco di eventi culturali per celebrare i cento anni del primo Istituto di cultura, fondato a Praga nel novembre 1922. La cultura è viva e fa crescere il Paese.