Tempo una settimana, probabilmente anche un po' di meno, e l'Italia avrà un nuovo governo. Ci sono ancora alcune variabili - in primis l'armonia persa e in procinto di essere ritrovata nel centrodestra - che pesano sul timing, ma con il passare delle ore si delineano con maggiore chiarezza quelle che saranno le tappe che porteranno al nuovo esecutivo. Che sarà, salvo sorprese al momento improbabili, a guida Meloni.
La tabella di marcia è serrata: dopo l'elezione dei presidenti della Camera e del Senato avvenuta la scorsa settimana, oggi i vari partiti eleggeranno i capigruppo. Domani invece, saranno eletti i vicepresidenti, i questori e i segretari d'Aula di Montecitorio e di Palazzo Madama. Ultimato questo passaggio, il Quirinale conta di iniziare le consultazioni giovedì 20 ottobre. Come è consuetudine, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, darà il via al giro di consultazioni sentendo, telefonicamente, il suo predecessore, Giorgio Napolitano. In un secondo momento saranno accolti la seconda e la terza carica dello Stato, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. Seguiranno poi i capigruppo, che spesso sono accompagnati dai leader. Dopo una serie di minacce e tentazioni, il centrodestra dovrebbe presentarsi da Mattarella unito. E l'incontro chiarificatore odierno tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi servirà anche a cristallizzare questo elemento. I vicepresidenti delle Camere, come sempre, non saranno convocati, ma il Quirinale attenderà che l'ufficio di presidenza sia al completo prima di dare il via alle consultazioni che - allo stato - vengono immaginate come molto brevi.
Il timing non è casuale, perché alla prassi istituzionale si intreccia l'opportunità politica. Il 20 e il 21 ottobre, infatti, è previsto un'importante riunione del Consiglio europeo, nella quale si discuterà in particolare del tetto al prezzo del gas. Per l'Italia ci andrà Mario Draghi, premier in carica per gli affari correnti. Draghi avrebbe dovuto presenziare a Bruxelles anche se Giorgia Meloni fosse stata già incaricata perché, come ci spiega il costituzionalista Stefano Ceccanti, per poter presenziare a un vertice europeo non bisogna attendere il voto di fiducia delle Camere, ma è indispensabile che il presidente del Consiglio abbia giurato nelle mani del capo dello Stato. E i tempi, in effetti, sono assai stretti.
Se da un punto di vista della procedura sarebbe stato tutto ineccepibile il viaggio di Draghi a Bruxelles, si sarebbe però aperto un problema di opportunità politica: il premier uscente sarebbe andato a un vertice molto importante mentre a Roma il suo successore aveva già ricevuto l'incarico. In questo modo, invece, Giorgia Meloni riceverà l'incarico a vertice finito, o quasi.
Se il centrodestra si presenterà unito da Mattarella, indicando il nome di Giorgia Meloni, l'incarico arriverà già nel pomeriggio di venerdì 21 ottobre. A quel punto, secondo la prassi, il presidente del Consiglio incaricato accetterà con riserva. La riserva sarà sciolta quando il premier in pectore avrà la lista dei ministri da portare a Mattarella pronta. In questo caso, quindi, i tempi del giuramento dipendono da quanto tempo Meloni impiegherà a sciogliere la riserva. Se, come le evoluzioni delle ultime ore lasciano immaginare, il centrodestra riuscirà finalmente a chiudere un accordo sui ministri, la lista sarà già chiusa e pronta a essere sottoposta al vaglio del capo dello Stato. La riserva, quindi, potrebbe essere sciolta anche in tempi brevissimi. Non si può escludere - e il Quirinale tiene in grande considerazione questa ipotesi - che il giuramento del nuovo governo possa essere fatto già nel weekend, più probabilmente domenica 23 ottobre. Se dovesse servire ancora qualche ora, il nuovo esecutivo salirebbe al Colle lunedì 24 ottobre, considerato al momento termine massimo per il giuramento
A quel punto potrà essere calendarizzato il voto di fiducia alle Camere e l'esecutivo sarà pienamente operativo.
Il giuramento del nuovo governo si intreccia, inoltre, con la presenza di Emmanuel Macron a Roma. Il presidente francese sarà nella Capitale il 23 e il 24 ottobre. In agenda un pranzo con Mattarella, la partecipazione all'assemblea della Comunità di Sant'Egidio e l'udienza da Papa Francesco. Nessun riferimento a incontri con la futura premier. Almeno per il momento. Ma, per correttezza istituzionale oltre che per opportunità politica, non potrebbe essere diversamente.