di Barbara Manna
C'era una volta, nel lontano Stato del Maine, una ridente cittadina chiamata Cabot Cove. Potrebbe iniziare così la favola di Angela Lansbury, alias Jessica Fletcher, che ci ha lasciati lo scorso 11 ottobre nella sua casa in California, pochi giorni prima di spegnere la sua novantasettesima candelina. La maggior parte delle sue ammiratrici di ogni età, me compresa, è entrata nel mondo di Murder, She wrote da quando lei si affacciò, al suo primo debutto negli anni Ottanta, sul piccolo schermo. Io ero una ragazzina, ma vi assicuro che uno dei periodi più luminosi della mia adolescenza e di cui nutro più nostalgia è senza dubbio legato a quei momenti, quando, tornando da scuola, sentivo di là la sigla della Signora in giallo mentre la mamma preparava il pranzo... significava che ero a casa, circondata dall'affetto dei miei cari e di conseguenza Jessica era entrata a far parte della famiglia.
Nulla di brutto in quel momento poteva accadere perché era tutto rassicurante, così intimo e ovattato e, ogni volta, con il passare degli anni, in cui risentivo quelle note oppure guardavo l'ennesima puntata della serie, ovunque mi trovassi mi sentivo "al sicuro", perché c'era Jessica che risolveva tutto, c'era una persona cara vicino a me. Ho sempre pensato che il segreto di tanto successo fosse riconducibile a lei, protagonista indiscussa, ovvero ad Angela-Jessica che univa in sé due grazie: l'infanzia e la maestosità. Pertanto non c'è bisogno di sorprendersi di quanto smisurato affetto continua ad essere elargito a questa donna straordinaria. Ma come si spiega questa forte empatia, questo mare di emozioni?
A lasciarci è stata una delle più longeve investigatrici del piccolo schermo, Madame Lansbury è stata anche una delle più grandi e importanti attrici e cantanti britanniche del teatro inglese e americano. Tanti successi nel cinema, dalla sua prima apparizione a soli 18 anni in Angoscia, poi ne Il ritratto di Dorian Gray fino ad approdare nella favolosa industria hollywoodiana con una lunga e formidabile carriera. Le sue interpretazioni conquistarono anche la Disney con il film del 1971 Pomi d'ottone e manici di scopa e con la voce della teiera parlante Mrs Bric in La Bella e la Bestia del 1991 rese ancora più deliziosa quella splendida favola.
E cosa dire delle sue eccelse interpretazioni nel ruolo di Salome Otterbourne, la scrittrice rosa svampita e alcolizzata del celebre romanzo di Agatha Christie Assassinio sul Nilo e di un'arguta Miss Marple in Assassinio allo specchio? Ritengo modestamente che l'immenso successo di Angela Lansbury non possa essere attribuito solo a questo: certamente le sue avventure ci hanno tenuto compagnia e sicuramente molti di noi avranno visto e rivisto quegli episodi tante volte, ma il vero motivo è che Jessica ci ha fatto vivere esattamente il "mistery", il "giallo", con tutta la sua drammaticità, ma anche con un pizzico di divertimento.
Ha messo in moto la nostra emotività, facendoci entrare nel suo mondo e di conseguenza nella sua vita, nella sua Cabot Cove, aprendo la porta del suo cottage bianco, permettendoci di accomodarci nella sua ricercata e accogliente cucina, servendoci thè caldo nelle tazze blu del servizio inglese e offrendoci una fetta della sua spettacolare torta di mele. E ancora, preparando per noi aragosta cucinata nella sua antica stufa wedgewood. Con lei abbiamo soggiornato nelle città più belle: da New York a Boston passando per le Hawaii, Los Angeles, Miamie le coste selvagge del Maine e poi ancora nelle suite del Vecchio Continente, a Londra, Parigi, Atene; ci ha presentato i suoi innumerevoli amici, tra cui il dottor Seth, gli sceriffi Amos e Mort, Andy e Grady, il suo nipote preferito. Abbiamo condiviso con lei i ricordi per il suo amato Frank e gioito con lei ogni volta che i suoi libri diventavano best sellers.
E ancora: abbiamo esultato ad ogni finale dei tanti episodi quando, dopo l'immancabile esclamazione "Ma certo!", risolveva il rompicapo assicurando il colpevole alla giustizia. Infine, Angela ha conquistato l'attenzione e l'affetto di tutti a suon di gentilezza, con il suo concentrato di pura femminilità, perfino quando faceva jogging per le vie di Cabot Cove. Lei ha siglato la pace tra essere e apparire, sotto lo sguardo benevolo di forma e contenuto. È entrata nelle nostre vite con un magnetismo assoluto e noi siamo rimasti incantati nell'osservare la sua posa, i suoi modi sempre eleganti, le sue innumerevoli mise, i suoi piccoli lussi: dalle borsette ai foulard passando per i suoi giri di perle... ecco, il suo fascino vintage ci ha creato dipendenza.
Lei scivolava nello schermo con innata leggerezza, comunicando con il sorriso, con lo sguardo, mantenendo, anche davanti ai più efferati delitti, quell'enigmatico ed innato aplomb inglese... Per me è andata via una persona cara, per me è scomparsa una donna meravigliosa che ha saputo trasformare la quotidianità in poesia.