di Silvana Mangione
Italia chiama Italia, l'agenzia per gli italiani all'estero, nata nel 2006 a opera di Ricky Filosa, già incaricato stampa dell'allora sottosegretario Ricardo Merlo, batte la notizia e pubblica la foto dell'incontro fra il braccio destro di Giorgia Meloni, On. Francesco Lollobrigida, il Sen. Mario Borghese (MAIE Ripartizione America Latina) e il Capo del MAIE. Dall'incontro sarebbe nato il Gruppo parlamentare NOI MODERATI-MAIE al Senato. Nella scorsa legislatura, il MAIE si è schierato al soccorso di tutti i Governi che si sono succeduti, sostenendo che il suo compito era di dare voce nella stanza dei bottoni ai milioni di espatriati italiani. Da tutti, tranne che dal Governo Draghi, ha ricevuto in cambio la nomina del sottosegretario di Stato agli esteri con delega per gli italiani all'estero nella persona, appunto, dell'allora senatore Ricardo Merlo, che questa volta non si è candidato alle elezioni. Ce ne chiedevamo il motivo, dato che non sarebbe stato il primo politico a ricoprire molti mandati consecutivi in Parlamento.
E qui nascono alcune considerazioni obbligate. Come abbiamo visto in occasione della votazione per il Presidente del Senato, 17 franchi tiratori sono dovuti intervenire per aiutare Fratelli d'Italia e far sì che venisse eletto Ignazio La Russa. La ridda di accuse incrociate fra partiti, che vede vincitore "Giuseppi", come lo chiamava Trump, Conte, urlatore massimo, che ha costruito un 15% di consensi sulle macerie del M5S, non ha identificato con certezza chi si è schierato a fianco dei vincitori di questa tornata. Non ci vuole la boccia di cristallo per pensare che uno di essi sia stato proprio il Sen. Mario Borghese. Il mistero si svelerà del tutto quando saranno svelati i nomi dei componenti del neonato Gruppo NOI MODERATI – MAIE.
La seconda considerazione, del tutto ovvia, è quella che ci spinge a ipotizzare che la ricompensa al MAIE consista, anche questa volta, in una nuova nomina di Ricardo Merlo a Sottosegretario di Stato per gli affari esteri con delega per gli italiani all'estero. Do ut des, dicevano i latini: io dò una cosa a te, tu dai una cosa a me. È più che normale, nel mondo delle politiche di partito. Non ci ergeremo a puristi fustigatori di costumi urlando: "O tempora o mores", anche se siamo convinti che proprio queste abitudini, sempre più radicate al vertice dell'amministrazione della cosa pubblica stanno portando le democrazie occidentali sull'orlo del rigetto della partecipazione di percentuali sempre più alte di cittadini. Se questo sottosegretariato venisse "restituito", per così dire, al dottore in Scienze politiche Ricardo Merlo, abbiamo già pronta la lista della spesa delle cose da fare e delle questioni critiche su cui intervenire.
Prima fra tutte è quella di far rinascere la legalità all'interno del Com.It.Es. di Montevideo, verificando una volta per sempre i tre casi di ineleggibilità citati nell'edizione di ieri di Gente d'Italia da Matteo Forciniti e Filomena Narducci a carico non solo di Aldo Lamorte, ma anche di Silvana Goňi, Consigliera comunale a Florida e Roberto Mezzera, nominato con decreto del Presidente Lacalle Pou a rappresentare l'Uruguay in una Commissione bilaterale con il Brasile. Questo primo passo darebbe un preciso segnale della volontà di adoperarsi affinché nel mondo dell'emigrazione italiana e delle sue rappresentanze torni a regnare il rispetto delle leggi e la trasparenza. Non basta. Se davvero il MAIU discende in linea diretta, oppure è affiliato al MAIE, è nell'interesse stesso del MAIE e di Ricardo Merlo far pulizia, "pregando caldamente" Aldo Lamorte di dimettersi da tutte le cariche che ricopre, cui resta attaccato come l'ostrica allo scoglio. Ricordiamole: Consigliere e Vice Presidente del Com.It.Es., cui era ed è ineleggibile, Consigliere del CGIE e deputato supplente del Parlamento uruguaiano.
Queste azioni da parte del MAIE non sarebbero altro che una prima fortissima indicazione della volontà di intervenire per affrontare altre situazioni, che riguardano non solo la comunità in Uruguay, ma anche la fitta rete di presenze degli italiani fuori d'Italia. Si tratta della vergogna dei brogli in tutte le consultazioni all'estero, che ha mostrato la faccia più ignobile nel reato commesso da Lamorte filmandosi mentre votava la scheda di un'altra persona e postando il suo video, illegale perché ha privato un'elettrice del suo plico e quindi del suo diritto costituzionale all'espressione democratica del proprio voto che dev'essere personale, libero e segreto. Il fatto che il tutorial di Lamorte sollecitasse il voto per il MAIE dovrebbe essere ragione del tutto sufficiente affinché il già senatore, e forse futuro sottosegretario riconfermato, si dissoci con forza e chiarezza dalle azioni punibili dalla Giustizia, commesse da Lamorte che si nasconde sotto il doppio scudo MAIU-MAIE.
La seconda urgentissima cosa da fare è quella di porre mano alle procedure di voto per gli italiani all'estero, per evitare la ricorrente incetta di schede, la connivenza attiva di ditte che stampano e inviano i plichi, anche per contrastare la percentuale dei votanti ormai in diminuzione a picchiata libera. È normale che un elettore onesto decida di non votare perché pensa: "Tanto il mio voto libero e personale annegherà nei fiumi di inchiostro dei giornali che denunciano brogli a livello di 38.000 schede annullate", per fortuna "annullate", per un grave errore di stampa, involontario o no? sprezzante dei controlli o sicuro di essere protetto? Non lo sapremo mai. Dalle procedure di elezione dei Com.It.Es. deve sparire l'opzione inversa, produttrice di due gravi effetti collaterali: il vulnus al suffragio universale che è la colonna portante dell'esercizio della democrazia e l'incetta di nomi di potenziali optanti da parte di vari centri di raccolta, che poi, apertamente, offrono la propria "assistenza" nella concreta espressione del voto.
Infine, da subito, bisognerà mettere mano alle riforme delle leggi istitutiva dei Comitati e del Consiglio Generale degli Italiani all'estero, per renderli più forti ed efficaci dato che il manipolo degli eletti è ormai diventato "rachitico" nella pretesa che 4 senatori e 8 deputati possano rappresentare 6 milioni e mezzo di concittadini iscritti all'AIRE, oltre ad almeno un milione di emigrati che non hanno voluto iscriversi nel timore di perdere alcuni diritti che hanno soltanto i residenti in Italia. Bisognerà anche perfezionare al più presto la legge sull'editoria per gli italiani all'estero per sostenere le realtà vere e importanti che ancora esistono, non consentendo che vengano minate o distrutte quelle valide e le nuove che si prospettano. C'è molto da fare, ma la priorità assoluta è quella di sanare ogni situazione contraria alla legge.