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Ogni giorno nel mondo 75 milioni di piatti di pasta sono Made in Italy e cucinati sempre più all'italiana con cottura al dente meglio seguendo le ricette regionali. Nel 2021, infatti, è stata esportata il 61% della produzione nazionale di penne, fusilli, pari a 2,2 milioni di tonnellate. È quanto emerge da una ricerca di Unione Italiana Food, in occasione del World Pasta Day 2022 del 25 ottobre, alla scoperta di come la pasta viene servita nel mondo intervistando 60 cuochi e ristoratori italiani.

Il 2021 è stato un anno d'oro per la pasta, visto che nel mondo sono stati consumati quasi 17 milioni di tonnellate, il doppio di 10 anni fa. Un trend che non si arresta, con i primi 6 mesi del 2022 che hanno registrato vendite all'estero di +9%, con Germania, UK, Francia e Usa sul podio. Secondo la ricerca, per l'82% dei ristoranti il consumo di pasta è aumentato e per il 67% è un importante fattore che determina il successo del locale. Si cucina seguendo il modello consueto con acqua che bolle e fuoco acceso fino al raggiungimento dei tempi previsti, poi scolata a condita o al massimo (30%) risottandola, cioè cuocendola in padella con il condimento.

Praticamente sconosciuta (2% solo negli Usa) la cottura passiva, in compenso, si fa strada la pasta al dente per l'82% dei cuochi interpellati, dappertutto in Francia e Usa, mentre il 18%, con punte del 40% in Giappone, si "piega" al gusto locale che a volte la preferisce stracotta. E sono anche pochi i compromessi rispetto agli usi locali: il 55% dei ristoranti serve ricette regionali italiane, il 31% ripropone la tradizione e solo il 14% ritiene che il glocal sia la strada giusta. Anche le ricette che hanno poco a che vedere con il Made in Italy scompaiono nel 73% dei ristoranti. E la tradizione per eccellenza è quella mediterranea, a cui si ispirano il 53%.