di Marco Perduca
Fin dall'inizio del conflitto, Kiev ha chiesto la creazione di una giurisdizione speciale per giudicare i crimini russi in Ucraina e i responsabili militari e politici, è di queste ore la notizia che le tre ex repubbliche sovietiche del Baltico si sono riunite per capire come dare seguito alla richiesta. Al termine del loro incontro i ministri degli Esteri di Estonia, Lettonia e Lituania hanno rilasciato una dichiarazione congiunta chiedendo l'istituzione di un tribunale speciale per i crimini di aggressione della Russia contro l'Ucraina. L'incontro si è tenuto prima del Consiglio Affari esteri dell'UE che non pare averlo recepito ufficialmente.
Le parti centrali della dichiarazione ricordano che "l'ordine internazionale basato sulle regole, che tutti ci sforziamo di difendere, non può sopravvivere se c'è impunità per gli atti che lo violano più palesemente: genocidio, crimini di guerra, crimini contro l'umanità e crimine di aggressione [...] Mentre il brutale assalto della Russia contro l'Ucraina continua, l'UE deve agire per garantire che la ricerca di giustizia e responsabilità per gli orribili crimini commessi dalla Russia in Ucraina sia al centro della nostra politica".
Per questi motivi occorre "portare l'aggressione e i crimini di guerra della Russia davanti a un tribunale internazionale deve diventare una posizione comune dell'Unione europea” ha affermato il ministro degli Esteri estone Urmas Reinsalu “ho intenzione di sollevare la questione oggi al Consiglio Affari esteri" - Reinsalu è uno dei più risoluti accusatori pubblici di Putin. All’inizio di ottobre sempre lui aveva scritto all'alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell e ai miei colleghi dell'UE per perorare la causa del processo internazionale.
I tre ministri baltici hanno confermare la necessità di continuare a “sostenere le indagini in corso da parte dell'Ucraina, di altri stati, nonché l'operato della Corte penale internazionale, CPI che svolge un ruolo chiave nella raccolta di materiale probatorio, nell'identificazione e nella punizione dei responsabili dei crimini di guerra, genocidio e crimini contro l'umanità commessi in Ucraina".
I tre ministri hanno promesso di indirizzare i loro sforzi a individuare la giurisdizione da attivare perché le indagini possano arrivare a processo perché non esiste un tribunale o Corte internazionale che “possa portare la massima leadership politica e militare russa a rendere conto del crimine di aggressione contro l'Ucraina". La proposta è quella di istituire “un tribunale speciale per colmare questa lacuna giurisdizionale. L'UE, insieme ai partner, deve essere al centro di questo sforzo per integrare il ruolo della CPI che perseguirebbe le persone per crimini di guerra, genocidio e crimini contro l'umanità, la responsabilità principale del Tribunale speciale sarebbe il crimine di aggressione".
Dall'inizio della guerra in Ucraina è iniziata una vera e propria maratona legale: Procura ucraina, Corte penale internazionale, Corte internazionale di giustizia, EuroJust, organizzazioni non-governative e alcune agenzie delle Nazioni unite stesse sono state mobilitati per far sì che Vladimir Putin si faccia carico delle sue responsabilità. Il governo ucraino chiede la creazione di un tribunale speciale, richiesta sostenuta in particolare da Philippe Sands avvocato franco-britannico specializzato in diritto internazionale.
Sands, che da anni collabora anche con corti e tribunali internazionali, ha da subito denuncaito che i fatti di Bucha o l'assedio di Mariupol sono molto probabilmente da considerarsi crimini di guerra. Per giudicare rapidamente i responsabili di questi atti, da mesi Sands chiede la creazione di un tribunale per i reati di aggressione, vale a dire per giudicare "l'uso della forza armata da parte di uno Stato contro la sovranità, l'integrità territoriale o l'indipendenza politica da un altro Stato", ricalcando la definizione del crimine adottata dalle Nazioni Unite.
Il Consiglio dell’UE che è seguito alla riunione dei Ministri baltici ha deciso di “istituire una missione di assistenza militare a sostegno dell'Ucraina (EUMAM Ucraina) per rafforzare la capacità militare delle forze armate ucraine di condurre efficacemente operazioni militari per difendere i suoi confini internazionalmente riconosciuti, esercitare efficacemente la propria sovranità e proteggere i civili”.
La missione durerà inizialmente due anni con un budget iniziale di 106.700.000 euro ma non menziona alcuna attività per individuare quale tipo di giurisdizione possa esser attivata o create ad hoc. E pensare che l’UE nel 2013 ha addirittura vinto il premio Nobel per la