di Maria A. Calabrò
È l'unica biografia esistente del capo delle Camicie nere, Attilio Teruzzi che guidò, il 22 ottobre 1922, giusto cent'anni fa, la Marcia su Roma. A scriverla è una storica della Columbia University, Victoria De Grazia, a cui la famiglia della moglie di Teruzzi, Liliana Weinman - americana, ebrea, importante cantante lirica dell'epoca - ha affidato carte, lettere, foto e ricordi familiari che aiutano a ricostruire una pagina di storia di uno degli uomini simbolo del fascismo.
Il personale, mai come in questo caso, diventa politico. La storia del gerarca che fu sottosegretario al Ministero dell'Interno nel momento in cui la violenza squadrista uccise Giacomo Matteotti. E governatore della Cirenaica dove portò la "missione civilizzatrice italiana", ricostruendo Benghazi, e distruggendo la cultura indigena.
Quando scattarono le leggi razziali Teruzzi tentò di farsi annullare il matrimonio cattolico con Liliana, a cui aveva partecipato lo stesso Benito Mussolini.
Liliana era ricca, una donna di cultura e quindi nella prima fase del fascismo, stava lì a dimostrare la modernità di Teruzzi e del fascismo. In un secondo tempo, questo non andò più bene. E l'uomo del regime prese come avvocato rotale il cugino del Pontefice, Pio XII, ma non riuscì a ottenere l'annullamento e anche i suoi ricorsi in appello (avvenuti dopo la fine della Seconda guerra mondiale) non ebbero successo. La cantante lirica subì un vero e proprio character assassination: non era vergine al matrimonio, aveva avuto amanti, essendo ebrea non poteva contrarre matrimonio cattolico valido, eccetera. Teruzzi impedì a Liliana (riparata negli USA nel 1938, non volle mai divorziare) di rivedere la loro figlia. E Mussolini non rispose mai alla lettera in cui Liliana, madre disperata, lo implorava di permetterle di poterla riabbracciare.
Alla fine della Guerra e al crollo del regime, Teruzzi sfuggì miracolosamente all'esecuzione. Venne incarcerato, nel 1950 venne liberato dal carcere di Procida, ma morì subito dopo per un attacco cardiaco. La famiglia di Liliana ha consegnato tutti i documenti alla storica De Grazia, autrice di altri bestseller tra cui "How fascism ruled women". La tesi del libro è che un "uomo decente", un militare decorato della prima guerra mondiale, può trasformarsi in un "perfetto fascista", l'uomo nuovo del regime, un esponente esemplare di quello che Pietro Calamandrei e Claudio Pavone hanno descritto come la "sistemica doppiezza" di "un regime di menzogne" che hanno caratterizzato "le due facce indissolubili del totalitarismo". La traduzione italiana è uscita a settembre da Einaudi. Il testo arricchisce la nostra conoscenza dei miti di mascolinità, virilità e onore nella cultura fascista in Italia e rivela come l'ideologia corrompa la verità, come l'ambizione smodata distrugga l'anima e come la vanità della supremazia del maschio bianco sia superiore alle emozioni per cui anche l'amore - come ha scritto Sonia Purnell - diventi affare di stato. Secondo Caroline Moorhead sul Wall Street Journal "Teruzzi è un precursore di tutti i politici illiberali fini ad oggi". Da questo punto di vista "Il fascista perfetto" è un libro assolutamente necessario venga letto nell'Italia,nell'Europa e gli Stati Uniti di oggi.