di Matteo Forciniti
La denuncia contro Aldo Lamorte in Uruguay ha provocato un distinguo all'interno dell'opposizione del Comites: da una parte la lista Rinnovo che ha deciso di rivolgersi alla Fiscalía, dall'altra lista Unitalia che ha preferito non accompagnare l'azione. Al di là di come la si pensi, è un fatto inedito ed estremamente rilevante che un rappresentante della collettività venga portato in giudizio come conseguenza del video dello scandalo alle ultime elezioni che abbiamo denunciato e che al momento è rimasto ancora impune per la complicità della maggioranza del Comites.
Secondo i consiglieri della lista vicino al patronato Inca di Renato Palermo l'episodio, oltre alle denunce presentate in Italia, merita di essere affrontato anche a livello locale sotto altri punti di vista, con una sua specificità anche perché il fatto in questione è avvenuto a Montevideo. Nell'esposto presentato alle autorità giudiziarie vengono contestati diversi reati, diverse possibili violazioni della legislazione uruguaiana come stabilito dal Codice Penale: innanzitutto la violazione di una corrispondenza privata e poi la diffusione dei dati personali della persona proprietaria del plico elettorale destinato a promuovere il Maie sui social. Insomma, fondamentale sarà la posizione di Valeria De Bellis che a noi ha dichiarato di non aver ricevuto il plico. Il tutto potrebbe essere aggravato dal fatto che il denunciato è anche un funzionario pubblico che esercita un incarico istituzionale nel suo paese come deputato supplente nel Parlamento nelle file del Partido Nacional.
Pur avendo contestato molto duramente Lamorte chiedendone le dimissioni fin da subito, la lista vicino al patronato Inas ha scelto un'altra strada. Perché? Vecchi litigi del passato oppure e sembra la più logica, una semplice strategia d'opposizione diversa? Il dibattito è aperto: lo scandalo Lamorte che non può restare impune deve riguardare solo la giustizia italiana oppure può avere conseguenze anche in Uruguay? Gente d'Italia ha contattato i referenti della lista Unitalia per chiedere una spiegazione, un chiarimento e queste sono state le risposte.
"Io non posso esprimermi su una cosa che non conosco, non ho letto la documentazione quindi non ho elementi per poter parlare" ha affermato con poche parole Filomena Narducci, candidata con il Partito Democratico alle ultime elezioni.
"Noi riconosciamo il diritto di ognuno a fare le denunce dove meglio ritiene opportuno. Ogni azione che cerca di aumentare la visibilità contro un fatto così grave va benissimo e speriamo tutti che questo porti i risultati sperati. In ogni caso, noi siamo in attesa degli sviluppi delle denunce fatte in Italia perché qui il tempo passa e non succede niente. E invece bisogna insistere".
L'attuale consigliere del Comites Alessandro Maggi ha poi aggiunto: "Se loro pensano che con questa azione si possa ottenere qualcosa va benissimo. Personalmente, io non so se entrare nell'ambito della Fiscalía, che ha i suoi tempi e il suo funzionamento, possa portare realmente a qualcosa. Il rischio è che il procedimento possa finire archiviato. Io però sono convinto di una cosa: il posto dove dobbiamo insistere con tutta la nostra forza è la Procura di Roma perché il fatto riguarda le elezioni italiane".