Dario Nardella mette in guardia il Pd dal rischio di una lotta per bande. "Guai – attacca – se questo congresso diventa l'ennesimo regolamento dei conti: sarebbe l'ultimo, fatale, congresso, e il Pd firmerebbe la sua fine politica". Il sindaco di Firenze, intervistato da Controradio, si augura che dalla "direzione nazionale non solo venga fuori un percorso congressuale ordinato, ma anche un'idea di congresso apertissimo alla società civile, al mondo civico, alle nuove generazioni, a chi vota Pd ma non ha la tessera, anche a chi non ha votato il Pd e vorrebbe rivotarlo". Dunque, afferma Nardella, "mi batterò fino alla fine perché sia un congresso vero, dove al centro ci siano le idee, ci sia lo sforzo di dare un'identità nuova e di promuovere un ricambio generazionale dei gruppi dirigenti, dove per generazionale non intendo solo l'aspetto anagrafico ma anche quello politico". Per il primo cittadino, "il Pd non deve utilizzare questi mesi di congresso per un riposizionamento tattico dei vari gruppi di potere di questo partito. Questo è centrale: se noi facciamo un congresso in cui il metro di decisione si basa sulla domanda Tu con chi stai?, allora vuol dire che non abbiamo capito niente".
Nardella crede "che il Pd debba fare un grande bagno di umiltà e debba analizzare senza nevrosi o drammi quella che è una sconfitta politica, e non saprei definirla diversamente, una pesante sconfitta politica che ha portato per la prima volta la destra al governo. Penso che lo debba fare ripartendo dai rapporti con i territori, con le comunità, con le persone, con il mondo del lavoro". Il Pd ha avuto "un grande deficit di credibilità – aggiunge – perché in campagna elettorale sono state anche usate le parole giuste, penso alla battaglia della quattordicesima, penso alle battaglie contro le diseguaglianze sociali, anche alle proposte innovative sul fronte dell'ambiente: il programma elettorale del Pd secondo me è stato il più avanzato. Però non abbiamo vinto, perché non siamo stati credibili, oltre al fatto che non ci siamo presentati uniti". Infatti, ricorda Nardella, "il centrosinistra ha vinto due volte negli ultimi trent'anni, ed è successo nel 1996 e nel 2006 con Romano Prodi e una coalizione che è stata molto larga. Questi sono i dati: però abbiamo anche perso perché non siamo stati sufficientemente credibili".